04/11/2013 10:50
IL ROMANISTA (V. META) - Ci era voluto coraggio per trovare qualcosa da dire dopo dieci vittorie. Ce ne vuole ancora di più per trovare le parole dopo il pareggio che quelle dieci vittorie sembra annullarle di colpo, inghiottite dalla notte dei gufi di tutta Italia uniti.
Ce lo mette Daniele De Rossi, il coraggio, capitano nella buona e soprattutto nella cattiva sorte. Quando gli chiedono conto della partita parlando come se la Roma a Torino fosse crollata, lui alza le sopracciglia e ribatte che «siamo sempre primi, eh...». Sì, siamo sempre primi, e pazienza se a White Hart Lane si terranno il loro primato: «Non siamo arrabbiati per il mancato record - dice De Rossi -, ma perché abbiamo perso due punti nei confronti di Napoli, Juve, Fiorentina e Inter. Però siamo sempre primi, dobbiamo vincere contro il Sassuolo per rubare punti a una o a entrambe le inseguitrici, visto che domenica cè lo scontro diretto». Quando parli così, vuol dire che stai pensando da capolista. «Qui viaggiamo a questi ritmi e abbiamo poco distacco, ma vuol dire tanto essere primi in questo campionato. Col Sassuolo si riparte, non chiudiamo la baracca per un pareggio». La serata complicata lha visto tornare a fare il difensore centrale, ma a mancare è stato piuttosto qualcosa in avanti: «Abbiamo un po calato lintensità, ma un piccolo momento di apppannamento dopo le vittorie ci può stare. Loro hanno giocato in difesa ma dobbiamo accettarlo. Siamo sempre primi». Lo ripete tre volte, De Rossi, con buona pace dei gufi, a cominciare da chi prova a convicere Meggiorini che non ha commesso fallo su Benatia prima di servire Cerci: «Io non mi ricordo bene come è andata - dice De Rossi -, ci può stare è un contrasto. Lui è un difensore che mantiene sempre un livello mostruoso; anche vedere Burdisso è stato bello, è un professionista esemplare. Non si possono vincere tutte le partite. Ora cè il Sassuolo e dobbiamo vincere per rubare dei punti a Napoli e Juventus che giocheranno contro».
Qualcosa da dire sullarbitro ce lavrebbe pure Miralem Pjanic, messo già da Darmian in piena area al 28 della ripresa senza che Banti e i suoi assistenti assegnino un calcio di rigore piuttosto evidente: «Io ho sentito che mi ha toccato - spiega il bosniaco -, ma non ha fischiato. Per me si può fischiare e rigori così ne abbiamo visti dare. Ma adesso è finita, dobbiamo guardare avanti. Oggi (ieri, ndr) non abbiamo avuto laiuto dellarbitro, ma quello che ci dispiace è di non aver vinto». Ha giocato in tre ruoli, Pjanic, «ma non sono mica troppi. Era una partita strana, il Torino ha impresso un ritmo basso e noi abbiamo preso il nostro solito ritmo solo dopo il loro gol. L1-1 fuori casa ci fa arrabbiare perché eravamo abituati a vincere. Ora dobbiamo vincere già domenica. Guardiamo avanti».