26/11/2013 08:48
Terzo stop consecutivo in casa Roma: dopo i pareggi con Torino e Sassuolo, i giallorossi non vanno oltre lo 0-0 con il Cagliari. Una frenata che di fatto concretizza il sorpasso della Juventus, ora in testa alla classifica con un punto di vantaggio sulla formazione di Rudi Garcia.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
Il Fatto Quotidiano - R. Beccantini
SORPASSO. Già fatale a Zeman, il Cagliari blocca la Roma e consegna il primato alla Juventus. Zero a zero allOlimpico. Il vento è cambiato: palo di Gervinho, al rientro, quattro grandi parate di Avramov contro due di De Sanctis, diciannove calci dangolo. Panchine bollenti: espulsi Garcia e Pulga, il vice di Lopez. I numeri spiegano la svolta: dieci successi, e poi tre pareggi (Torino, Sassuolo, Cagliari). Brillante per un tempo, la banda Pjanic si smarrisce alla distanza. Classifica: Juventus 34, Roma 33, Napoli 28, Inter 26, Fiorentina 24 [...]
Corriere dello Sport - G. Dotto
No, vi scongiuro, il pareggio seriale no. E robetta mediocre. E vero, queste partite, di solito, la Roma le perde. Ma la Juve le vince. In qualsiasi modo, ma le vince. E il qualsiasi modo che manca alla Roma e marca la differenza tra le due. Mica poco. Manca anche Totti, che è il modo. Più dei suoi piedi, manca la sua aura. Che è poi la sua aureola. Se lui cè, ci sono anche gli altri. Ma, detto così, è un limite. Questa di ieri sera labbiamo vista con lo scafandro e un paio almeno di cattivi pensieri. Da aggiungere agli odiosi misteri che le lunghe nazionalpause alimentano. La prima domanda era: riusciranno i nostri eroi, Rudi Garcia in testa, a non farsi intossicare anima e polpacci dallimprovviso quanto brutalissimo temporale in casa Roma? [...] . Il primo tempo era stato un trattato di quanto sia astruso e scemo il calcio. Che sia finito a zero gol è più incomprensibile del teorema di Clausius, su cui sono impazziti decine di matematici. Cinque tiri in porta solo nel primo quarto dora. A seguire, una musicaccia di gol strozzati in gola. Due volte Gervinho, Strootman, Florenzi e Pjanic, il palo, un probabile rigore, non so quante micidiali infiltrazioni, soprattutto sullasse destro di Maicon, tale Avramov che per una sera simmagina di essere Yashin. Una tale opulenza dalla quale si tirava via un pugno di mosche. Roma, in questo, di memoria spallettiana, per quanto bella, agile e leggera palla a terra, e in più i due monumentali dietro, ma colpevole di eccessi calligrafici e mancante là davanti di un tipo tysoniano. Il cinismo evocato da De Rossi a fine partita. Che poi, in questa chiave, vuol dire essere spensierati. E, certo, questa Roma è meno spensierata di quando largheggiava da totale outsider. [...]