03/11/2013 11:03
Che avvio Era iniziata con Garcia a fare lin bocca al lupo ai ragazzi nei viali di Trigoria, Emerson a seguire la partita a pochi metri da De Rossi e Maicon e la.d. Zanzi in tribuna; è finita con i campioni dItalia accalcati sulla grata che li divideva dai tifosi e lo squalificato Tounkara arrampicato ad abbracciare i compagni. La Roma aveva iniziato meglio, grazie a Di Mariano e Ferri, imprendibili per Pollace e Filippini, e alle geometrie di Battaglia, «piccoletto » dai piedi doro. Dal suo sinistro è partito il taglio su cui Pollace, arrivato in ritardo su Di Mariano, ha atterrato il fantasista, che ha dovuto trasformare due volte il rigore.
Cucchiaio Lentrata in scena di Keita al posto di uno spento Paterni ha cambiato tutto: la Lazio ha preso fiducia, la Roma (che nel finale di primo tempo aveva perso Balasa per infortunio, dentro Capradossi con Somma a destra) ha perso il centrocampo. Su rigore anche il pareggio: bravo Fiore a entrare caparbio in area, ingenuo Boldor ad appoggiarsi quel tanto che è bastato per mandarlo a terra. Elez, fin lì spaesato, a casa di Totti si è preso un rischio enorme, ma il cucchiaio lo ha premiato. Sette minuti ed ecco il golpartita: straordinario lassist di sinistro di Keita, puntuale Serpieri sul secondo palo, per un gol più da bomber che da difensore centrale, rimasto anche da solo dopo lespulsione di Ilari al 40. Il capitano aveva già segnato nel derby di andata dello scorso anno, ma non era bastato (finì 22): ieri si è tolto lo sfizio di deciderlo, nel giorno in cui la Lazio ha agganciato la Roma in testa al girone C. I tifosi, invece, il vizio di lanciare i soliti «uh uh uh», stavolta a Keita, non riescono a levarselo.