Le pagelle di Borriello: «Garcia ti dà la carica. Quelli di prima invece...»

25/11/2013 10:31

Emozione Era il 31 ottobre, Borriello non segnava con la Roma da oltre due anni. «Il destino ha voluto che fossi proprio io a fare quel gol che ci ha permesso di entrare nella storia — racconta —. Stiamo vivendo grandi momenti, ma speriamo di viverne altri». Magari proprio stasera contro il Cagliari, che negli ultimi due anni ha sempre vinto nell’Olimpico giallorosso e che segnò l’esordio (da dimenticare) di Borriello con la maglia della Roma. Era l’11 settembre 2010, i sardi vinsero 51 e, tanto per cambiare, segnò Daniele Conti. «Ma quest’anno cambieranno le cose...». Sono cambiate, eccome, anche da quel 2 settembre, quando la Roma che aveva provato in tutti i modi a cedere Borriello, se lo era ritrovato ancora dentro Trigoria, con un ingaggio d’altri tempi (2,7 milioni netti più bonus «regalati»). Senza sapere che , e la grande voglia di Borriello, avrebbero potuto trasformare un peso in una risorsa: «Non mi sono mai sentito un pacco. Poi è arrivato e ha saputo apprezzare le mie qualità: un personaggio positivo. Negli ultimi due anni, i giocatori forti c’erano: mancava chi li metteva insieme...». A Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli saranno fischiate le orecchie. Vuole chiudere la carriera a Roma, Borriello, che firmerà il nuovo contratto con ingaggio spalmato fino al 2017, ma sa benissimo che da stasera in poi gli spazi diminuiranno: con se gioca come prima dell’infortunio, è una pazzia non portarlo al Mondiale») e , di fatto sarà il terzo centravanti, ma l’importante è che «la Roma sta facendo qualcosa di straordinario. L’obiettivo resta l’Europa, ma se a fine marzo saremo ancora lassù, spingeremo più forte».

Numeri Intanto, ci sono da migliorare numeri che dal 18 ottobre sono diventati «normali »: un gol a partita, uno solo di un attaccante, quello di Borriello al Chievo. E se proprio il tridente dovesse allungare la sua astinenza (l’ultimo gol è quello di all’Inter del 5 ottobre), avrebbe pochi dubbi: «Marco, pensaci tu».