Legge sugli stadi: sì ai privati, no alle speculazioni

06/11/2013 09:21

L’idea politica abbraccia appieno il nuovo corso ideato dal presidente del Coni Giovanni Malagò che manifestò - già nella propria campagna elettorale - l’intenzione di aprire agli investitori privati per sviluppare un processo di crescita nel mondo dell’impiantistica sportiva. «Il Coni non si può sostituire il legislatore - afferma il presidente del Coni - ma seguiamo con grande interesse questo intervento normativo che non riguarda unicamente gli stadi di calcio ma l’intera impiantistica sportiva, e che porterebbe sviluppo e occupazione al Paese».

Le opere in oggetto dovranno essere di preminente interesse sociale e nazionale, nonché di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza. Il disegno di legge riguarda gli impianti coperti con più di 1500 posti a sedere, oppure impianti sportivi scoperti con un minimo di 4 mila posti comprensivi di aree tecniche, di parti destinate alle attività culturali, commerciali e di ristoro. I complessi multifunzionali potranno comprendere uno o più impianti sportivi, e ogni altro insediamento edilizio purché a destinazione non residenziale, ritenuto necessario e inscindibile purché congruo e proporzionato ai fini del complessivo equilibrio finanziario nell’intervento di costruzione e di gestione dell’opera. Parallelamente, il Governo si sta già muovendo per disegnare un progetto che possa risolvere il problema dell’impiantistica sportiva. «La legge è una delle priorità del Governo - ha dichiarato il ministro dello sport Graziano Delrio - mi sono impegnato da subito a coordinare questa iniziativa parlamentare».