27/11/2013 18:36
LA STATISTICA DICE NO I dati ufficiali della Lega Calcio non descrivono affatto uno scenario desolante. Nelle dieci vittorie, la Roma ha avuto un possesso palla medio del 54,7%, nei tre pareggi è addirittura salito al 61,6. Prima tirava in porta 6,3 volte in media, adesso 5,33 ma calcia più spesso (16 conclusioni a partita contro 14,9). E anche i passaggi riusciti sono più ora di prima (74,6% contro 72,1%). Perfetto equilibrio, verrebbe da dire. Se non fosse per la differenza tra gol fatti e gol subiti. Nelle prime giornate, in media la Roma produceva 2,4 reti a partita e ne ha subite 0,1 (un gol in 10 partite, per farla breve). Nelle ultime tre è scesa a 0,66 gol fatti e 0,66 incassati. Come mai?
LA DIFFERENZA DEL CAPITANO Proviamo dunque a spiegare questa differenza sostanziale. E torniamo un po più indietro, al momento in cui la Roma ha perso per infortunio Francesco Totti, sullo 0-0 della sfida interna con il Napoli. Da allora i giallorossi hanno segnato 6 gol in 6 partite (1 di media contro i 2,85 precedenti), ma soprattutto ne hanno fatti soltanto 3 su azione (Bradley a Udine, Borriello con il Chievo e Strootman a Torino), con due gol di Pjanic da calcio piazzato contro gli Azzurri e lautogol di Longhi con il Sassuolo. Il nocciolo della questione è tutto qui.
L'IMPREVEDIBILITA' DI TOTTI Il periodo di assenza del capitano è grosso modo coinciso anche con quello di Gervinho, che con il rientro contro il Cagliari ha dato quella verve indispensabile alla manovra romanista. Ma Totti è Totti e con Garcia è forse ancora più imprescindibile rispetto al passato. Il suo ritorno al ruolo di prima punta era fondamentale per creare spazi ai tagli degli esterni su cui il francese punta tantissimo. E la sua capacità di variare il gioco non ha eguali. Motivo per cui senza la sua imprevedibilità (scarsamente compensata da Ljajic) la Roma ha accusato una flessione di rendimento, ma soltanto negli ultimi 15 metri. Con il suo ritorno sì che la chiesa tornerà ad essere al centro del villaggio.