Roma, punte in riserva

07/11/2013 09:17

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - C’è un prima di , c’è un dopo ; c’è un prima di (e Gervinho) e un dopo (e Gervinho). No, non siamo all’avanti e al dopo Cristo, altrimenti ci additerebbero come blasfemi, anche perché la Roma c’è sempre ed è comunque prima in classifica e con possibilità di allungare ancora, di sicuro meno di quanto potrebbe fare se avesse in tasca i punti di Torino. La squadra di è solo un po’ diversa, né peggio né meglio di prima.

QUALCOSA È CAMBIATO Dalla nona giornata alla undicesima, la Roma senza i due attaccanti principali, segna meno e tira meno. Normale. Con e Gervinho era un’altra storia. Uno creava calcio e l’altro scattava per raccoglierlo. Un esempio su tutti, la partita di San Siro contro l’Inter. Ecco perché spera di ritrovare al più presto i due convalescenti. Più diminuiscono gli attaccanti e minori sono le alternative offensive, ovvio. Borriello ti fa giocare in maniera diversa in quanto attaccante “diverso”, con caratteristiche che ha solo lui. Marco, in attesa di , è l’unico vero nueve in rosa. è l’altra punta, che però nasce mezza punta, che sa fare bene la seconda punta. E, se gioca insieme con Borriello, poi non ha più cambi a disposizione. Una coperta corta. Così la Roma, contro Udinese, Chievo e Torino è sembrata più prevedibile rispetto alle prime otto partite, meno arrembante. Ha faticato di più nel vincere le prime due, ottenendo una striscia storica di dieci successi e non è riuscita a portare a casa i tre punti da Torino. Prima i gol arrivavano costantemente, più di uno a partita, adesso la media è crollata, uno a partita. Mentre prima di sfiorava i tre gol, ed era l’orgoglio di che si beava di non aver preso tanti gol e soprattutto di averne fatti tanti. Tre a Inter e Samp, cinque al , due alla Lazio e così via, mai meno di due. Vittorie in doppia cifra. Una Roma devastante. Adesso arrivano successi più sofferti, con meno tiri nello specchio della porta, meno gol, meno pericolosità. Evidenti i dati riportati nel grafico sopra.

SENZA Se togliamo dall’analisi la partita tra Roma e , visto che proprio quella sera sia sia Gervinho sono stati sostituiti e ancora sono in infermeria, la differenza nei dati è ancor più netta. La dicotomia è evidente se analizziamo i gol realizzati: venti (primato in serie A) quelli nelle prime sette gare di campionato (2,85 la media), tre nelle ultime tre gare. È chiaro, per vincere le partite basta un gol, e la Roma due delle ultime tre le ha vinte così, ma la squadra era abituata a chiudere subito il conto e la mancanza di alternative offensive alla fine toglie sicurezze e aumenta l’ansia. Il dato che conforta di più l’allenatore: è sceso di poco l’elemento di supremazia territoriale, ovvero il tempo di gioco in cui si ha il pallone nella metà campo avversaria. È indice di carattere, di volerci provare sempre, come è successo proprio a Torino e prima con Udinese e Chievo. Poi, sostenere che manca qualità senza e Gervinho è scoprire l’acqua calda. Puoi ricorrere ai maghi che vuoi.