Agnelli: "Lega tutta da rifondare. Con la Roma grande sfida"

24/12/2013 08:30

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Viene da pensare che il livello del calcio italiano sia inferiore a quello europeo.

«Ci sono due elementi di descrizione. Il primo: il calcio italiano è visto dai campioni come un campionato di transito e non una destinazione finale. Il secondo: al momento la nostra dimensione è fare bene in Europa League. É un problema di aspettative, non è come dieci anni fa quando portavamo3/4 formazioni nelle semifinali di ».

Come si riformano il calcio italiano e la Lega Calcio?

«La Lega può crescere in maniera esponenziale, deve assolutamente managerializzarsi, dotarsi di una struttura più capace per agire su vari fronti, aprirsi al confronto e darsi delle regole precise per alzare lo standard qualitativo del nostro calcio. Non possiamo permetterci manti erbosi ed illuminazioni che non siano da serie A. Il prodotto calcio va in scena negli stadi, quindi vanno bene quelli nuovi, così come ristrutturare gli esistenti».

Quanto sono importanti gli stadi per la crescita dei club?

«Sono fondamentali. Lo vediamo con il nostro impianto che, salvo rari casi, sopporta una capacità di saturazione molto alta. Quando lo abbiamo inaugurato ho ragionato come se si dovesse riqualificare un'area urbana, rendendola migliore cambiano i fruitori e così il loro comportamento. I nostri stadi devono diventare un punto d'attrazione come il centro di una à, dove possano convivere sia i tifosi tradizionali sia le famiglie e i bambini con una serie di servizi».

L'emendamento che ha modificato la legge sugli stadi divide i presidenti.

«Dal punto di vista del Coni ritengo sia stato fatto un buon lavoro, capace di incentivare tanti investimenti nell'ambito dell'impiantistica in generale, dalla palestra all'impianto da 15-20 mila persone. Non dimentichiamo che quando si muove il Coni lo fa per tutti, non solo per il calcio. Diversa è la valutazione sulle facilitazioni legate alla costruzione dell'impianto. Le nostre furono molto bilanciate».

Torniamo alla Lega e alle le riforme possibili.

«Una Lega ristrutturata permetterebbe di essere più compatti sulle modifiche, ad esempio quella della legge 91/81, ormai arcaica e obsoleta, che va riscritta. Poi c'è il tema della fiscalità sulle operazioni dei procuratori. Se eliminassimo la figura del calciatore come dipendente, verrebbe meno il problema. Si può e si deve lavorare sulla protezione dei marchi in accordo con l'industria della moda. Dobbiamo capire che oggi il nostro fatturato è al 65-70 per cento proviene dai diritti tv e il restante da stadio e commerciale. Dobbiamo cercare un bilanciamento: un terzo per ogni ambito».

Come giudica l’accordo sui diritti tv?

«L’accordo è più che buono, il punto di partenza deve essere quello di fine agosto. Il meccanismo è atipico, l’attuale advisor aveva un anno di contratto con clausole a suo totale vantaggio, ad esempio quella che impediva di prendere contatto con altri sino al 30 giugno 2016. Il punto di atterraggio è buono, dà maggiori garanzie a quei club che cercavano un minimo garantito più alto. Per il prossimo triennio passiamo a 980 milioni di euro a fronte dei precedenti 1.026, la crescita andrà quindi cercata all’estero. Ciò che conta non é l’aspetto economico, ma l’introduzione di un metodo di lavoro, di un confronto aperto tra le parti che ci ha permesso di invitare i broadcaster italiani, il distributore estero e i consulenti, ascoltarne i punti di vista, per arrivare a una conclusione soddisfacente».

E la giustizia sportiva?

«È difficile entrare nel merito. Il presidente Malagò l'ha presa molto a cuore, vedremo che cosa comporterà la figura del super procuratore generale, con la definizione dei suoi poteri».

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Alla ripresa ci sarà -Roma, un duello storico che si ripresenta.

«La Roma sta facendo molto bene. La proprietà ha dato un’impostazione chiara e la sta portando avanti con decisione. Abbiamo dialogato molto in questi mesi. Nella sfortuna della sconfitta in Coppa Italia ha avuto lo slancio per entrare con decisione nelle situazioni difficili. C'è ambizione, la squadra è ottima con calciatori giovani di talento e altri di grande esperienza. e sono campioni veri. Ora hanno grande entusiasmo. Li temiamo, come temiamo il ».

Che gara si aspetta?

«Bella sul campo e sugli spalti. Mi piacerebbe un clima di festa ma è difficile che i nostri tifosi cantino cori in favore dei romanisti e viceversa. La vorrei senza odio e con la mia vincente».

lo porterebbe al Mondiale?

«Se gioca così è un piacere per tutti, il Ct farà le sue riflessioni».

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Si riparla di calcioscommesse.

«È un’amarezza incredibile. Noi lavoriamo con i sogni della gente, arrangiare un risultato vuol dire uccidere quel sogno e tradire il sentimento dei tifosi. Importante e non fare processi mediatici, ma se qualcosa è accaduto condanna assoluta».

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