Attenti all'agenda del cinese

19/12/2013 10:03

Signori e l’agenda del cinese Il pm, infatti, sta preparando nuove convocazioni. Subito dopo Natale potrebbe ritornare a Cremona Beppe Signori. Sono passati due anni e mezzo da quando l’ex bomber si presentò in lacrime in una affollata conferenza stampa giurando sulla sua innocenza. Adesso è costretto a giocare in difesa: i molti contatti con il Civ, la virata di Sartor, le ammissioni dei suoi commercialisti lo costringono per una volta in difesa. E non è escluso che possa in futuro cercare un patteggiamento per uscire da un processo che lo vedrebbe a forte rischio. Stessa cosa vale per Giannone e Bruni, i due ex amici di Signori. I rapporti con Bazzani (a proposito: nell’ambiente bolognese si dà un’altra versione della suo soprannome, Civ sarebbe il diminutivo di «ci vedo», un modo dire che aveva Bazzani quasi a vantarsi del suo prenderci con le scommesse) sono per l’accusa fin troppo chiari. Il pm ha chiamato pure Bellavista, ma è difficile che l’ex capitano del Bari parli anche se la sua posizione è considerata dagli inquirenti «fortemente compromessa». A sorpresa potrebbe essere convocato Ermanno Pieroni: e qui il fatto è interessante. Di solito il pm non ha mai sentito in tempi brevi un «semplice» indagato. Se lo fa vuol dire che ha buone carte in mano. Come una agenda rossa sequestrata al cinese Qiu (è indagato): dentro la polizia avrebbe trovato i nomi di giocatori e dirigenti che scommettevano e gli importi versati. Ci sarebbero anche dei numeri di telefono e forse degli indirizzi. Tra qualche giorno il quadro dovrebbe essere chiaro, giusto il tempo di una non semplice traduzione: gli appunti sono in cinese. Se fosse confermato, sarebbe un mezzo terremoto.

Interrogatori Intanto ieri è stato il giorno dei primi interrogatori di garanzia: due ore Cosimo Rinci, poco meno Fabio Quadri. In questo lasso di tempo il gip Salvini avrebbe ricostruito la posizione dei due arrestati. Il primo, difeso dall’avvocato Antonio Scarcella, avrebbe confermato le tesi della Procura anche se, avrebbe riferito al Gip, le «dritte» passate a Spadaro (che, per Quadri, aveva contatti tra i dirigenti per le dritte) vendute come «soffiate » di Pieroni sarebbero millanterie. Una linea difensiva per tentare di diminuire le proprie responsabilità. Sarà il pm nell’interrogatorio ad approfondire la questione, cercando di chiarire se quando Rincio fa sapere a Spadaro che «il lotto è stato venduto» (quindi i presupposti della manipolazione ci sono già) e che «questo vuole 15 mila euro» si tratti di sue fantasie o no. Stessa cosa per il racconto a Intilisano («ho trovato 5 giocatori a 25 mila euro l’uno e l’allenatore che porta 70mila euro»). Curioso: la stessa linea è stata tenuta all’alba dell’indagine (giugno 2011) da Marco Paoloni. Anche l’ex della Cremonese cercava di piazzare informazioni su gare «aggiustate» che in realtà erano, come raccontato agli inquirenti, invenzioni. Versione mai creduta dal pm. Diversa la posizione di Fabio Quadri, difeso da Antonio Caleca e Simona Ordioni. Il 30enne milanese (ieri fuori dal tribunale c’erano anche i genitori, affranti per la vicenda, che ovviamente non hanno potuto incontrare il figlio) ha raccontato dei suoi rapporti con Spadaro. Secondo l’ordinanza emessa martedì Quadri, informato da Spadaro «procedeva alle relative scommesse a seguito di finanziamento di Qiu Wangyi». Infatti se Rinci era il procacciatore di informazioni, il ruolo di Quadri, per gli inquirenti, era trovare i finanziatori delle puntate. Tesi avvalorata dal colloquio tra lo stesso e Rinci in prossimità di un incontro con i commerciali (i finanziatori). Quadri chiede a Rinci se c’è qualcosa. La risposta è che forse è pronta una media (alludendo probabilmente ad una gara di B). Nell’interrogatorio Quadri avrebbe raccontato di conoscere mister Y dal 2007 inizialmente perché lo Spadaro era un frequentatore della ricevitoria dove lavorava e sarebbe diventato il suo factotum. Nei primi anni, attraverso la ricevitoria dove lavorava, «il Vecchio » avrebbe giocato somme importanti su diverse gare di A mentre poi, partita l’inchiesta, il tiro sui campionati si sarebbe ridimensionato.