18/12/2013 11:07
Pure gli arbitri Dunque la musica non è cambiata rispetto a quanto accadde due anni fa anche se i giudici non hanno aderito totalmente alle richieste del procuratore generale Antonio Ricci, che aveva chiesto tre anni e un mese per Moggi. Le otto ore di camera di consiglio avevano fatto pensare a un tormento del collegio e magari a qualche decisione clamorosa, che però non è arrivata. Per Moggi, a cui sono state tolte come agli altri imputati le pene accessorie del primo grado, si tratta dellottava condanna, fra giustizia sportiva e penale. Colpisce anche la condanna degli arbitri, che la sentenza dappello del rito abbreviato, condannando il solo Giraudo e assolvendo gli altri imputati, aveva oggettivamente messo in discussione.
Sempre le schede Ieri mattina lavvocato Paolo Trofino, legale di Moggi (che dopo aver ascoltato la requisitoria in mattinata, in serata non era presente in aula al momento della lettura della sentenza), ha provato lultimo assalto allimpianto accusatorio, rilanciando la tesi dello «spionaggio industriale » da cui lex direttore generale della Juventus avrebbe dovuto difendersi: «Combatteva contro colossi come Mediaset e Telecom, ecco il motivo delluso delle schede riservate. Vi siete chiesti perché nelle telefonate non parla mai di mercato, proprio lui, il re del mercato? Lassociazione per delinquere di Calciopoli era una balla». Insomma, le famose carte svizzere servivano per proteggersi dalle società concorrenti. Ma i giudici hanno evidentemente creduto alla tesi accusatoria: lalibi mercato non regge di fronte alla distribuzione delle schede ad arbitri e designatori. Lo schema a cui hanno creduto i giudici, aspettando le motivazioni, sembrano essere lo stesso del primo grado: gli incontri fra designatori e dirigenti, più la faccenda delle schede riservate porta allAssociazione. La Corte tra laltro ha dichiarato inammissibile lappello proposto dal Lecce e dal Brescia, per questultimo limitatamente alla responsabilità civile della Juventus, accogliendo la richiesta che aveva formulato il legale del club bianconero, Giuseppe Vitiello.
Cassazione E proprio dalle motivazioni si dovrà capire anche il carattere delle prescrizioni, il modo con cui i giudici hanno ricostruito la parte che riguarda le singole partite, i reati di frode sportiva caduti sotto prescrizione. Di certo limpianto accusatorio che era uscito traballante dalla seconda sentenza Giraudo riprende forza con i verdetti di ieri. In attesa che linfinita storia di Calciopoli apra il suo ennesimo palcoscenico in Cassazione.