Garcia: «Totti fuoriclasse, ma non un vero leader»

04/12/2013 08:37

Nella storia «Per conoscere bene un giocatore – spiega bisogna allenarlo. Io non so chi siano davvero o Cristiano Ronaldo. Oggi, però, posso dire che è un ragazzo semplice, umile. Non ha mani saltato un allenamento, non ha mai chiesto un trattamento particolare anche se ha 36 anni. È un tipo che adora il calcio, sempre disponibile. Magari non un leader in spogliatoio. Non è lui quello che si mette a urlare per motivare le truppe, ma è apprezzato dai suoi compagni perché è un ragazzo intelligente, dalla battuta pronta, cosa positiva. E poi è esemplare in campo. Dopo averlo visto mi sono detto che non è solo un grande giocatore, ma che è semplicemente uno dei più grandi giocatori della storia del calcio».

ultrà Ma ha elogi anche per : «Potrebbe essere uno dei ragazzi della . La stessa che il francese ha scoperto nel derby contro la Lazio. Un battesimo di fuoco: non puoi essere romanista al 100% finché non giochi e vinci un derby. Ho vissuto emozioni fortissime tutte in una volta. Faccio l’allenatore per questo». E poco importa se laRoma perde quota in campionato: «L’euforia magari esagerata del buon avvio ci serve oggi. La Roma non è del rango di e , costruite per vincere lo scudetto e andare lontano in Europa. Non dico che non possiamo vincere lo scudetto, ma oggi non siamo programmati per questo».

Faccia a faccia Nel frattempo, costruisce con la sua filosofia: «Voglio imporre il gioco, non subirlo. Quando mostro i video sugli avversari non mi soffermosui punti forti,masu quelli deboli perché i miei giocatori capiscano che tutte le squadre delle lacune. L’idea è di costruire il gioco, portare il pallone fino all’area opposta, indipendentemente dal pressing. Insomma, tenere palla e attaccare, allargando le linee, creando spazi. I miei terzini sono quasi attaccanti e il cuore dell’azione pulsa a centrocampo. Per questo abbiamo preso e tenuto e . E poi voglio flessibilità per passare da uno schema all’altro, mantenendo un equilibrio difensivo, e mai gli attaccanti nella stessa zona. In ogni caso conclude mai credere di sapere tutto. Sono rimasto la stessa persona, ma imparo dai miei errori e oggi ho più esperienza. Ho convinzioni, non certezze ». Convinzioni che ieri ha provato a trasmettere alla squadra nel breve colloquio che ha preceduto la ripresa degli allenamenti. Continuiamo a lavorare forte, ha detto in sintesi l’allenatore. Meglio prenderlo in parola.