Il calcio rivede gli ammortamenti

14/12/2013 10:55

IL SOLE 24 ORE (M. BELINAZZO) - Fisco e calcio italiano Spa provano a fare pace. All'inizio della prossima settimana, l'agenzia delle Entrate licenzierà una circolare destinata a fare chiarezza su molte questioni che in questi anni hanno creato tensioni, nonché accertamenti milionari, tra l'amministrazione finanziaria e i club. I contenuti del provvedimento, frutto del tavolo istituito quasi due anni fa tra Agenzia, Lega e Figc, sono stati in parte anticipati ieri a Milano dal direttore centrale aggiunto della Direzione normativa delle Entrate, Giovanni Spalletta, nel corso del convegno "Calcio, gioco o industria?" promosso da Assolombarda. «L'industria del calcio - ha spiegato il vicepresidente di Assolombarda, Carlo Bonomi - ha necessità di risolvere urgentemente alcune questioni fiscali affinché si creino le condizioni generali perché questo settore, che ha una grande realtà e altrettanto grandi potenzialità, possa operare come gli altri grandi competi-tors europei». Il calcio tricolore, d'altro canto, tra contributi fiscali e previ-denziali versa già ogni anno oltre 900 milioni di euro (più di 200 di Iva e 4o di Irap, oltre a ritenute per 550 milioni), che diventano 1,1 miliardi con il gettito delle scommesse sportive. Tra i problemi interpretativi che la circolare si avvia a risolvere c'è quello degli ammortamenti dei diritti pluriennali dei calciatori.

Premesso che l'Agenzia continuerà a qualificarli come beni immateriali, sarà riconosciuta alle società la possibilità di ricorrere al principio Oic (Organismo italiano contabilità) numero 24. Per cui considerando i calciatori come beni strumentali di durata limitatasi potrà procedere ad ammortamenti a quote non costanti in base agli anni del contratto, bensì decrescenti, purché si adottino criteri omogenei per il parco giocatori. Restando in ambito di calciomercato, non sarà più terreno di scontro la tassazione Irap delle plusvalenze, soprattutto dopo il parere (n. 5285) del Consiglio di Stato che a fine 2012 si è espresso in questa direzione. Così come è stata individuata dall'Agenzia una soluzione di compromesso sulla tassazione dei cosiddetti "diritti di compartecipazione", vale a dire su quei contratti che accompagnano il trasferimento di giocatori di prospettiva per i quali il club cedente di norma ottiene il diritto a una percentuale dell'eventuale maggior "valore" raggiunto dall'atleta dopo un anno. Su queste somme, per la Figc non andavano pagate Iva e Irap.

L'Agenzia, che finora li considerava come contratti di associazione in partecipazione su cui versare entrambe le imposte, ha riconosciuto che invece si tratta di "derivati" rilevanti ai soli fini Irap. Infine, non si dovrà più pagare l'Iva su indennità di formazione e premi carriera mentre la circolare rinvia ai contratti individuali la fissazione della sede di lavoro dei calciatori (a tutti gli effetti lavoratori subordinati), in modo da ridurre le dispute sulla rilevanza reddituale dei servizi (vitto, alloggio e trasporto) offerti loro dalla società e la relativa quota di deducibilità dall'imponibile Ires. Anche il materiale fornito dagli sponsor del club ai tesserati non avrà più peso reddituale quale fringe benefit al ricorrere di certe condizioni, come l'obbligo contrattuale per l'atleta di usarlo.