21/12/2013 10:22
Interlocutoria Non è la prima volta che la Corte adotta unordinanza interlocutoria, soprattutto quando si tratta di chiusura di stadi o di settori di stadio. La prima è stata emessa a ottobre riaprendo lo stadio del Milan contro lUdinese. Sempre con la richiesta di «supplementari accertamenti istruttori di cui in premessa a cura della Procura federale, acquisito ogni elemento utile da parte degli organi competenti». Sapete quanto tempo è trascorso da quel supplemento di indagini? Settanta giorni. E non è ancora arrivata una decisione.
Motivazioni Cè un filo conduttore nei ricorsi di Inter e Roma, che i giudici hanno recepito. Il fatto che le sanzioni siano scattate per comportamenti dei tifosi in trasferta non rende automatica lidentificazione degli stessi coi settori poi chiusi da Tosel. La Corte chiede approfondimenti per appurare se gli autori dei cori presenti nei settori ospiti del San Paolo e di San Siro «assistono normalmente alle partite casalinghe», rispettivamente nella curva Nord nerazzurra e in quella Sud giallorossa.
Qui Inter Riguardo al caso dellInter cè qualcosa di più. I giudici chiedono approfondimenti «circa la percezione reale del fenomeno espressione di discriminazione, dovendosi constatare che nel rapporto dei tre collaboratori federali non vi è cenno circa lesatta percezione del fenomeno da parte degli stessi per come collocati allinterno dellimpianto, bensì si ha riguardo solo alla percepibilità da parte dei due settori confinanti a quello occupato dalla tifoseria ospite ». In parole povere, i cori discriminatori non sono stati sentiti in tutto lo stadio e quindi si deve approfondire meglio la questione. Ovvia la soddisfazione da parte dellInter per lapertura della Nord. Lavvocato Angelo Capellini ha avuto la possibilità di discutere gli argomenti studiati per il ricorso, in particolare soffermandosi sullidentificazione di un numero esiguo di tifosi abbonati in curva e sullimpossibilità di parlare di recidiva in presenza di un giudizio sospeso su TorinoInter (così adesso le sospensioni che riguardano lInter sono due). Il club nerazzurro, poi, tramite il d.g. Fassone, ha invitato a riflettere sulla sproporzione della pena: come può reggere una norma che punisce settori di 8 mila tifosi (14 mila nel caso della Roma) per i cori di 200300 tifosi?
Qui Roma Soddisfazione anche in casa Roma. Spiega il d.g. Mauro Baldissoni, che ha curato il ricorso insieme allavvocato Antonio Conte: «Nel merito eravamo stati puniti per degli episodi che non riteniamo essere avvenuti. In passato noi siamo stati piuttosto duri nel condannare manifestazioni di razzismo. In questo caso però siamo convinti che nulla di simile sia successo, ma che ci sia stato un grosso equivoco. Lillogicità della norma nasce dal fatto che la chiusura di un settore ha senso quando si vuole punire in via oggettiva un intero settore dove è avvenuto il fatto. Quando si tratta di partite in trasferta, la stessa situazione non ha senso: nel settore ospiti di San Siro cerano 900 persone che non risultano abbonate in nessun settore dellOlimpico ».
Scelta politica Dietro queste decisioni si percepisce la difficoltà che si sta incontrando nel sanzionare questi comportamenti e dunque unesigenza sottolineata da entrambi i club di revisione della norma. Esigenza importante almeno quanto quella di evitare situazioni di pericolo per lordine pubblico: con riferimento al derby, visto il fermento dei tifosi interisti e la solidarietà che era stata preventivamente manifestata dagli ultrà del Milan ai «cugini» nerazzurri.