Le voci dell’imbroglio: “Se è tornata la serie A allora posso giocare”

18/12/2013 10:33

LA RETE DEL CIV E DEL VECCHIETTO I due personaggi centrali della storia sono appunto Bazzani e Salvatore Spadaro, detto i Vecchietto. Il Civ, scrive il gip Guido Salvini nell’ordinanza di custodia cautelare, rappresenta «uno strumento stabile nell'ambito dell'attività» perché utilizzava «le sue entrature e conoscenze nell'ambito delle dirigenze, in particolare della serie A, e dei calciatori 'disponibili' alla corruzione » mettendole a disposizione dell’organizzazione. Il “Vecchietto”, invece, era l’uomo che teneva la cassa e parlava con gli investitori, anche stranieri. Quello che - come raccontato dal capo degli Zingari Hrystian Ilievsky a Repubblica e confermato dal suo braccio Gecic ai magistrati – in cambio di una cifra che andava «dai 250mila ai 600mila euro era in grado di dare informazioni esatte sulle gare mezz’ora prima della partita. A garanzia dell’investimento, firmava un assegno». La polizia cerca i loro telefoni. Ma non è facile trovarli: parlano con Whats’App e Skype. Usano schede cinesi e pachistane, intestano le utenze a immigrati e badanti. Dopo tempo, spuntano però i 13 contatti con Gattuso, le telefonate con il braccio di Ringhio, Salvatore Pipieri. E quelle con Sebastiano Rossi, l’ex rossonero poi passato nelle giovanili.

LA LAZIO I tabulati del Civ sono un pozzo. Ci sono 110 contatti con Christian Brocchi, 3mila con Beppe Signori, decine con Stefano Mauri. E proprio con la Lazio (coinvolta in 4 partite del 2011), secondo Salvini, Bazzani aveva dimostrato di avere «anche in tempi recenti, rapporti privilegiati », un’affermazione smentita però decisamente dalla squadra biancoceleste. «Il 30 aprile del 2013 - annota il gip - si apprende che Brocchi procurerà al Civ il biglietto della partita Lazio- (6-0) in programma all'Olimpico il 5 maggio». «Durante la partita del 5 maggio - ricostruisce Salvini - Bazzani è all'interno dell'Olimpico e comunicando con tale Marina, che è seduta nei pressi di Tare, chiede di passarglielo». Per il giudice, «è evidente, quindi, che c'è un rapporto tra Bazzani-Civ e Tare, perché nessun estraneo farebbe una proposta del genere». Il nome del presidente Claudio Lotito viene invece tirato in ballo invece dal gestore di agenzie di scommesse Massimo Erodiani, arrestato due anni fa, a proposito di Lazio-AlbinoLeffe: «S«pevo che Pieroni – spiega Erodiani al pm - sarebbe una sorta di propaggine di Lotito per fare il 'lavoro sporco'». Si tratta di Ermanno Pieroni, ex presidente dell’Ancona, parte integrante del gruppo degli scommettitori, dicono a Cremona, tanto da «aver rapporti stretti con Spadaro ».

LE PARTITE DEL 2013 Racconta a verbale uno dei titolari dell’agenzia di scommesse Skysport365 che dopo gli scandali del 2011 c’era stato un blocco. «Nessuna strana segnalazione nel 2012. A fine campionato dello scorso anno, invece, hanno ripreso». Pensavano che la bufera fosse passata, tant’è che riprendono a parlare al telefono. Cosimo Rinci, dirigente del Riccione (agli arresti da ieri) parla con un suo amico: «Compare – gli dice - alla fine la gente esce sangue, si fa i salassi.. io ho trovato cinque giocatori a 25mila euro e l'allenatore che ne porta 70mila». Mentre Il Vecchietto racconta a Rinci di essere «stato due anni a vendere terreni» (e cioè, per il gip Spadaro ha manipolato partite per due anni), e che ha un "principale" al quale chiede se interessino «le costruzioni ». «Compare, io non vendo fumo lo sai, gli devi dire che ho i soldi, che possiamo investire qualsiasi cosa». Complessivamente le partite del 2013 sono 49, compresa quel Palermo-Inter 1-0 sulla quale Spadaro fa scommettere amici siciliani e cinesi che vincono migliaia di euro.

GLI ILLECITI Questa parte dell’indagine ha una particolarità rispetto alle precedenti. Per la prima volta viene contestata la frode sportiva non soltanto alle partite comprate. Ma anche a quelle accordate in campo, ai biscotti, «ai meglio due feriti che un morto» per dirla con il capitano della Nazionale, Gianluigi Buffon. «Se viene versato del denaro a giocatori affinché una delle due squadre perda, nulla quaestio – scrive Salvini - Ma un’utilità, esiste, e quindi ricorre il reato anche nel caso in cui, ad esempio, la squadra che ha il via libero alla vittoria prometta che in futuro renderà il favore alla squadra avversaria. Anche questa è la promessa di utilità». Sembra proprio il caso di quel Siena-Albinoleffe per il quale è stato condannato per omessa denuncia dalla giustizia sportiva e per la quale risulta indagato qui a Cremona. che viene ancora citato nell’ordinanza. Secondo quanto raccontato il 7 luglio del 2013 dal suo , Ferdinando Coppola, al pm avrebbe detto che «se la squadra si fosse ritenuta impegnata dall'accordo con l'AlbinolLeffe ci avrebbe lasciato fare. In sostanza si chiamò fuori».