29/12/2013 10:09
La trasferta americana, nonostante Zeman avesse storto la bocca, era un «dovere » di immagine. Lo sarebbe stato anche questanno, ma prima ancora di sentire il parere di Garcia, a Trigoria si sono tutti resi conto che il programma doveva cambiare, vista la classifica e la prima partita in calendario: niente Indonesia a novembre, niente America a Capodanno. Fu un mese da dimenticare, quello: quattro partite di campionato, due sconfitte (al San Paolo e a Catania) e due pareggi (a Bologna e con lInter) più una serie infinita di polemiche, screzi, figuracce, e gli unici sorrisi arrivati dalla Coppa Italia. La Roma iniziò il girone di ritorno con De Rossi in panchina, lo sputo di Marquinho sostituito a Catania, linfortunio di Destro, le dichiarazioni non autorizzate di Stekelenburg («Lacquisto di Goicoechea è stato inutile»), la replica di Zeman («Dove non cè disciplina non può esserci una squadra.
Qui mancano delle regole scritte»), la controreplica di Sabatini («Ci sono alcuni rapporti incancreniti ( ); siamo in una fase di studio, che contempla anche lidea di cambiare allenatore») e il viaggiofarsa dello stesso Stekelenburg a Londra, due giorni prima dellesonero del boemo, arrivato però il 2 febbraio. Coincidenze Lunica giustificazione di quel gennaio nero (lo fu anche per Garcia, un punto in tre gare con il Lilla) furono le tre partite su quattro giocate in trasferta. La Roma di Garcia ne avrà due in casa: Genoa e Livorno. Per vincere una partita, Coppa Italia a parte, laRoma dovette aspettare il 16 febbraio, e quel gol di Totti proprio alla Juventus. Che, invece, lultima partita in casa lha persa contro la Sampdoria proprio il 6 gennaio. Due indizi non fanno una prova, ma inducono allottimismo.