05/01/2014 10:18
42 anni Eppure la prima partita dellanno racconta che in coppia avendo Brescia come minimo comune denominatore entrano nel 42° anno solare di calcio professionistico. Ventidue sono quelle del capitano della Roma, che ha esordito il 28 marzo 1993 (a Brescia), venti sono quelle del regista della Juve, che ha fatto la sua prima apparizione il 21 maggio 1995 (nel Brescia). Stagioni volate via come foglie dautunno, portando in dote televisioni sempre più padrone, giri daffari sempre più grandi e di conseguenza mediatori sempre più invadenti. Un dato per tutti: secondo un report di «Football Finance» le agenzie di procure sportive hanno sviluppato nel 2013 un flusso di denaro pari a 2,2 miliardi di euro. È il calcio del Terzo Millennio, quello dei dirigenti senza scrupoli e senza etica, a pensarci bene anni luce lontani dalle geometrie cristalline che Totti e Pirlo ci hanno saputo regalare dalla metà degli anni Novanta in poi, anni per inciso in cui i club italiani dettavano legge in Europa.
Futuro blindato Invece, in questo 2014 che comincia in un Paese ancora nella morsa di una crisi economica che non accenna a finire (tranne che per i signori del calcio, ovviamente), Francesco e Andrea cercano lispirazione per uno sfolgorante tramonto, il più lungo possibile. Il numero dieci ha il futuro in tasca. In autunno, infatti, ha firmato quel prolungamento di contratto (che curiosamente, a differenza degli altri, ancora non è stato inserito nel sito ufficiale del club) destinato a farlo giocare fino a 40 anni con la maglia giallorossa. Ovvero, la realizzazione di un sogno che continuerà anche dopo, visto che gli è stato confermato anche laccordo per un contratto dirigenziale per 6 anni (con stipendio «top level»), che prenderà il via quando smetterà di giocare. Le analogie con Pirlo, però, da questo punto di vista sono inesistenti, perché lo juventino è in scadenza di contratto e attende ancora (buone) nuove su un rinnovo che, a 35 anni da compiere a maggio, non è detto sia scontato a cifre alte.
Grinta alla Chuck Norris Insomma, gli occorrerà una grinta alla Chuck Norris per vincere anche la sfida contrattuale. Perché abbiamo citato lattore protagonista di tanti film dazione a stelle e strisce? Perché gli amici raccontano come, da quando si è fatto crescere la barba, Andrea pensi di assomigliargli tanto. In effetti, qualcosa in comune è possibile scorgerla, ma di sicuro non nel modo in cui tratta la palla, sempre accarezzata con poesia e mai abusata con violenza. Daltronde, per lui come Totti, 42 anni di calcio in comune hanno raccontato tante storie del genere, con innumerevoli «lieto fine». Il più bello? Per noi romantici forse quello del luglio 2006 a Berlino, quanto entrambi salirono sul tetto del mondo. Mai come quella notte forse, calcisticamente parlando, Roma e Torino furono così vicine.