Entra Pjanic, esce la Juve2 La Roma si rifà: è semifinale

22/01/2014 08:49

Filosofie contro Nella Roma c’è anziché Dodò e c’è soprattutto al posto di . Fuori l’uomo-falla di Torino (Vidal e Bonucci sono entrati dalla parte sua) e dentro, insieme a un terzino più avvezzo a coprire, un terzo centrocampista tutto muscoli e bulloni roventi. Con e è una metà campo, testata nei 21’ finali di sabato scorso, che può mettere paura anche a gente come Pirlo e Vidal. e , preservati contro il Livorno, tornano al centro del villaggio giallorosso. Con e Gervinho ai fianchi del capitano, e con gente del calibro di , e in panchina, è insomma la Roma dei sogni. La panchina della (Tevez, Llorente, Pogba, Lichtsteiner, Asamoah e Buffon) in compenso mette più soggezione della formazione che manda in campo, anche se lì ci sono comunque Pirlo e Bonucci, tenuti ai box con la Sampdoria, e Vidal. Storari è il di Coppa Italia, Isla e Peluso sono i dignitosi esterni di riserva, Marchisio è un vice- Pogba di lusso (però deluderà), ma soprattutto è chiaro che partire là davanti con Giovinco e un Quagliarella fantasma non è esattamente la stessa cosa.

Scacchi La sembra cercare la patta, arrivare a supplementari e rigori in una situazione così, equivarrebbe a un nuovo successo. Lascia fare alla Roma, la aspetta, bassa, in cerca di ripartenze che non arrivano anche perché , memore del passato prossimo, decide che Pirlo merita consegne ad personam. Comincia , poi ci pensa , poi pure : ogni volta che la ha il possesso, Pirlo ha l’uomo addosso. La partita è bloccata, con diversi giocatori giallorossi prigionieri del ricordo di sedici giorni fa. finisce con lo sbagliare troppo al cospetto del peso leggero Giovinco, intraprendente di suo, ma ritroverà se stesso nel finale, contro i pesi massimi Llorente e Tevez. E’ un’ansia che si vede anche in quella fretta di tirare, sempre e comunque, col risultato di non inquadrare mai la porta di Storari. Alla fine, l’unico pertugio tattico di una Roma che comunque fa lei sola la partita, è nella corsia di destra che asfalta con disagi di Peluso e Chiellini, poi rilevato da Ogbonna. Ne escono tre cross bassi nell’area piccola, autentici bon bon. Ma è in panchina e , un po’ sottotono, naviga troppo al largo.

Il gioiello e il dubbio Il tran tran e uno 0-0 scolpito vengono scossi dal cambio che a un quarto d’ora dal termine dei 90’ spacca la partita. rileva e la Roma è come percorsa da una scossa elettrica. Un cambio di marcia e un pallone che ruba a Bonucci, come troppo spesso gli capita afflitto dalla sindrome di Beckenbauer, così nasce l’azione più bella. crossa dalla linea di fondo e Gervinho infila spalle alla porta in modo strano e impensabile. E’ il gioiello che decide la partita. ricorre a Llorente e Tevez ma è tardi. Gli resterà un dubbio, anzi due. C’era proprio bisogno di una formazione così rinunciataria? E quel cross di Isla all’inizio del secondo tempo trasformato in gol da Peluso, era proprio uscito oltre il fondo come il guardalinee Manganelli segnala con largo anticipo? Nemmeno la moviola questa volta è capace di rispondere.