20/01/2014 09:54
La città freme nellattesa di una partita che, anche nella migliore delle ipotesi, a De Rossi e soci non spalanca che una porta sulla semifinale della seconda competizione nazionale. Altrove le serate infrasettimanali concesse alla coppa sembrano un fastidioso intermezzo sul tragitto del campionato. Al contrario la Roma, ossessionata dallidea di raggiungere per prima il traguardo della decima coppa Italia, guarda al nuovo faccia a faccia con Juve come unoccasione di rivincita dopo il 3-0 senzappello di Torino. Per affermare la convinzione diffusissima tra i dirigenti, ancora di più dopo larrivo di Nainggolan di valere almeno quanto la corazzata di Conte. Forse ha ragione il dg Baldissoni quando sostiene che la per la Roma di oggi «la Juve è avversaria anche più sentita della Lazio»: merito del vento di vetta tornato a soffiare sulla capitale a distanza di quattro anni dallultima volta e che contro il Livorno consigliava a Garcia di fare calcoli, pur sostenendo la tesi opposta, per poter contare nella gara contro la grande nemica sulle stelle di Totti, Maicon e persino Nainggolan ultimo arrivato e già quasi intoccabile fresche di una domenica di riposo. Toccherà a loro, al fianco dei vari Strootman e Pjanic, Gervinho e Benatia e sotto gli occhi del neo acquisto Bastos, atterrato ieri e domani in tribuna.
Decisamente più timida lattesa a Torino, dove solo mille e cinquecento persone hanno staccato un biglietto per il martedì romano. Per Conte lobiettivo primario, dichiarato fin dallestate, è il terzo scudetto consecutivo: nonostante gli otto punti di vantaggio, i bianconeri non intendono sottrarre energie né attenzioni al campionato, anche perché il tecnico teme che le diverse trappole del calendario (la Juve dovrà giocare due volte allOlimpico, al San Paolo, a San Siro col Milan, a Verona), combinate con le fatiche dellEuropa League, potrebbero erodere una parte del distacco. Perciò domani sera il turn over sarà ampio (Storari, Caceres, Isla e Peluso, probabilmente anche Quagliarella e Giovinco) e la formazione più titolare sarà quella schierata sabato contro la Lazio. «Negli anni passati », ha illustrato lallenatore, «abbiamo sempre dato spazio a tutta la rosa. Dovessimo qualificarci, andremmo in contro a un calendario pazzesco. Altrimenti, sfrutteremo le settimane libere per lavorare»: la sensazione è che uneliminazione non avrebbe effetti tragici. Che al match non venga data grande importanza lo dimostra anche il fatto che Conte oggi non terrà la consueta conferenza stampa del giorno prima. Come alla vigilia di Juve-Avellino.