La Roma diverte e si diverte aspettando la sfida in Coppa

19/01/2014 10:35

Il pericolo contro il Livorno, una squadra che sembra destinata con largo anticipo alla serie B, viste le scelte del presidente Spinelli, era proprio la deconcentrazione. aveva chiesto concentrazione e l’ha ottenuta. Tre gol, un mucchio di altre occasioni, nemmeno un vero tiro in porta degli avversari. Uno score che va sommato con quello di Roma- di domenica scorsa: sei punti, sette gol fatti e nessuno subito. Quella che giocò al Picchi, nel gran caldo dell’estate, era una squadra con tante risposte da cercare. Questa è diventata, con il lavoro, un gruppo solidissimo che ha il piacere di giocare bel calcio e la serietà di non considerarlo mai soltanto un divertimento. ha gestito i diffidati (in panchina , e ) in vista dell’impegno di domenica prossima a Verona, contro l’Hellas, e ha fatto riposare per martedì sera. Ha ricevuto risposte da tutti: da , che ha ben sostituito , al rinato Dodò; da e , che cercavano fiducia e gol. Sono stati i migliori e hanno segnato tutti e due. La resta lontana, ma non abbandona la sfida. Anche per questo sta per arrivare Michel Bastos, brasiliano, 30 anni, mancino, proveniente dall’Al-Ain (Emirati Arabi Uniti). Descrizione del tecnico: «È un giocatore moderno, che può fare sia l’esterno offensivo che difensivo. Lo conosco bene e spero che tutto vada in porto. Può essere anche un’alternativa a Balzaretti». Con , a Lilla, nella stagione 2008-2009, il brasiliano giocò 37 gare, segnò 14 reti e poi fu venduto per 18 milioni di euro all’Olympique Lione.

La differenza in campo tra Roma e Livorno è stata schiacciante. Ancor più dopo il gol di , arrivato prestissimo. Gervinho, nell’occasione, è sembrato in fuorigioco ma l’assistente, in mancanza di certezza, ha fatto quello che raccomandano Fifa e Uefa: non ha alzato la bandierina. L’importante è ricordarsene, nel bene e nel male: senza moviola in campo certe situazioni saranno sempre a rischio. Il Livorno, però, era davvero una preda indifesa. Era solo questione di tempo. Nel campionato italiano, una volta, c’erano gli Zeman e i Galeone, che anche in provincia sapevano dare spettacolo e insegnare calcio. Adesso ci si chiude nella difesa a 5 e si spera solo nell’errore dell’avversario. Poco per salvarsi, pochissimo per chi paga il biglietto e vorrebbe vedere calcio.