05/01/2014 09:40
Il futuro di Garcia passa inevitabilmente dal presente, perché il francese non andrebbe via dalla capitale senza aver vinto nulla e la gara di stasera vale un pezzo di scudetto, anche se non lo dice: «Andiamo a Torino per vincere, come facciamo sempre su tutti i campi. Loro sono programmati per conquistare il titolo in campionato, forse lo erano anche per la Champions. Giocheranno in casa ed è un vantaggio per loro. A parte i romanisti che pensano che possiamo vincere, tutti gli altri ci danno per sconfitti in partenza, quindi abbiamo solo qualcosa da guadagnare e non abbiamo nulla da perdere. Io firmerei per giocare ogni settimana gare di questo livello. Anche se perdiamo o pareggiamo, cè un intero girone di ritorno da fare e ci sono tanti punti a disposizione: il migliore di questa gara forse non sarà il migliore alla fine della stagione».
Paradossalmente Garcia è più in ansia per i possibili due punti di distacco dalla vetta che degli eventuali otto: «Penso ad abbassare un po lambiente in caso di vittoria. Se vinciamo si parlerà di scudetto». E lui quella parola la vuole sentire solo dentro gli spogliatoi, per non creare troppe illusioni al di fuori e lasciare poi migliaia di volti delusi nel caso in cui la magia dovesse svanire. «Totti ha detto che abbiamo una squadra forte e se ci crede lui è più facile per tutti, perché è come un faro», nel senso che si fa seguire. Ed è lui ad illuminare il gioco, ma servirà una squadra compatta e convinta dei propri mezzi per provare a fare risultato: «Dobbiamo vedere anche le partite di Champions della Juventus: abbiamo bisogno di essere concentrati tutta la partita, non solo allinizio. Non deve cambiare nulla se prendiamo un gol o se siamo in vantaggio da subito, abbiamo tutta una gara da giocare, sapendo che loro hanno dei punti forti, come Pirlo che è un giocatore di livello mondiale, e dobbiamo essere molto efficaci. Saremo undici contro undici: ce la giocheremo sicuramente».
A viso aperto: «In Italia si gioca spesso a cinque o a tre dietro. La Juve ha vinto anche perché fa questo modulo molto bene, ma noi giochiamo diversamente. Vogliamo fare la partita ed essere protagonisti di questa gara: risponderemo colpo su colpo. Se siamo secondi è perché abbiamo una fame da lupi».
Il capitolo arbitri lo liquida in fretta: «È una sfida tra due squadre forti, con un grande arbitro che è Rizzoli. Vinca il migliore, non ho altro da dire». È proprio tra le cose non dette davanti al microfono che si nasconde il fascino di questa partita, che intreccia passato, presente e, chissà, anche futuro.