14/01/2014 16:36
A Roma lo hanno raggiunto compagna e figlia, a Roma sarà amato come a Cagliari, a Roma è già titolare. Ammette di essere rimasto sorpreso, dice che però i professionisti devono essere sempre pronti a tutto, Nainggolan pare un De Rossi dai tratti orientali, pare uno vero, uno che non gira attorno alle parole, che parla come gioca, che dice quello che sente. «La storia di questa città è stato un motivo in più».
Radja spiega anche così le ragioni di un onore concesso, di unofferta accettata a dispetto di una corte insistita da parte del Napoli. Fategli un favore. Uno solo. Non chiamatelo gladiatore. Perché lui è un ninja, daccordo, ma anche e soprattutto perché poi uno non è quello che viene etichettato: uno è quello che dimostra. «In campo si va come un gladiatore». Ecco, questo è essere-Nainggolan. E queste sono le sue parole.
A Cagliari sei stato soprannominato Ninja, ma a Roma amano anche i gladiatori. Preferisci essere ninja o gladiatore?
Ninja perché ho origini orientali, fa più parte di me, ma in campo si va come un gladiatore. Hai scelto Roma anche per ragioni extracalcistiche? Sinceramente cerano un paio di proposte sul tavolo, ma la Roma mi attirava di più. La città poi ha una storia incredibile e sicuramente è stato un motivo in più. Sei arrivato da una settimana, ma hai già giocato due partite. È successo tutto così velocemente.
Te lo aspettavi?
No, non me lo aspettavo così veloce, ma il nostro hobby che diventa lavoro ci fa essere sempre pronti. Mi sono preparato bene mentalmente, non avevo grosse difficoltà, con le mie prestazioni posso solo dare una mano in più. In estate sei stato in vacanza in Indonesia, il paese delle tue origini.
Che effetto ti ha fatto?
È stata la prima volta per me. Una bella esperienza e sicuramente ci riandrò. Ho conosciuto una parte della mia vita che non conoscevo. Veramente emozionante. Anche tua sorella è calciatrice.
Come mai avete scelto entrambi il pallone?
Siamo gemelli. Ho iniziato io molto giovane, lei era sempre con me perché abbiamo un legame particolare. Quando giocavo voleva giocare anche lei. E lei ora è in Serie A in Belgio. Mondiale con il Belgio o scudetto con la Roma? Per un calciatore la cosa più importante è fare bene col proprio club.
La nazionale è il premio del lavoro. Preferisco i successi con il mio club: raramente si arriva fino in fondo.
Il passaggio in giallorosso faciliterà il tuo inserimento in nazionale?
Probabile. Già quando giocavo con il Cagliari ho collezionato alcune presenze.Ora, giocando in una grande squadra, posso soltanto migliorare e avere più visibilità agli occhi del ct.
Quali obiettivi ti sei posto con questo club?
Sicuramente dare una mano a una squadra già forte che può fare belle cose. Siamo dietro di otto punti, ma la matematica non ci condanna e possiamo giocare fino alla fine. Il prossimo anno proviamo a vincere e ad andare lontano in Champions.
Che sensazioni ti ha dato la curva Sud?
Quando ho esordito in coppa, ho provato una bella sensazione. Ma lemozione più grande lho provata giocando in campionato contro il Genoa. Qui il tifo è particolare. A Cagliari, per problemi che tutti conoscete, non eravamo abituati ad avere tanta gente allo stadio.
Impressione sulla partita di sabato contro il Livorno?
Contro il Livorno, guardando la classifica, dobbiamo vincere per forza, possiamo battere chiunque. E contro di loro dovrebbe arrivare la vittoria. Bisogna però studiare bene gli avversari e dare il massimo per i tre punti.
Dallesterno come viene percepito lambiente di Roma così passionale?
(la domanda viene rivolta direttamente da un utente AS Roma Membership, Massimiliano, ndr) Quando giocavo con il Cagliari sapevo bene una cosa: venire a giocare a Roma era difficile, soprattutto perché il tifo è caldo e speciale. Io posso dire che in campo cerco sempre di dare il 101%. Mi impegno in ogni occasione, poi ovviamente si può sbagliare. Per chiudere, carbonara o amatriciana? Carbonara molto spesso. Mi hanno detto di mangiare qui lamatriciana e vi farò sapere.