Pasticcione, svagato ma decisivo: chiamatelo Gervinho

22/01/2014 09:06



LA RINASCITA DI
lo ha fatto rinascere dalle nebbie di Londra. L’ha voluto fortemente dall’, contro la volontà di e di un po’ tutti. Che ce ne facciamo di questo brutto anatraccolo? Fidatevi, vedrete. oggi passa all’incasso. Suo figlio è diventato grande. Tanto da non toglierlo mai, lo considera un titolare e ha sofferto tanto quando non ce lo ha avuto per quasi un mese. E ha pianto anche la Roma.



NESSUN
Gervinho ha giocato contro il Livorno, e ieri sera lo ha rimandato in campo senza pensarci due volte e probabilmente lo farà ancora a Verona. Lui non schiatta, regge. È africano, fisicamente è due o tre passi avanti rispetto agli altri. Gervi ha acceso il motore ed è ripartito e ha ripagato Rudi con un’altra prestazione di livello. E con un gioiellino: il gol, a volte sconosciuto all’ivoriano. Perché Gervinho, l’eroe di questo quarto di finale di Coppa Italia, è sempre quello che contro il Catania, ha sbagliato un gol a porta spalancata. Appunto, Rudi lo ama nonostante i difetti. Come un padre. , poi, è sempre quello che contro il Livorno, servito da nel corridoio, tira il pallone addosso a Bardi in uscita. Insomma, Gervinho litiga con la porta, si sa. Ne è consapevole , che ride quando sbaglia. Gervinho sorride, si aggiusta la tendina e riparte. Per un’altra corsa. Non è permaloso e tutti i compagni gli vogliono bene. In poco tempo è diventato l’idolo di un’intera tifoseria che gli riconosce sì l’impegno ma anche quella magica imprevedibilità da cui spesso nasce un sogno, come ieri sera.



BOMBER PER CASO - 
Gervinho non ha deciso solo la partita in coppa Italia. In campionato si è fatto sentire anche in campionato, dove ha segnato quattro gol: due col , uno con la Sampdoria e uno con il Catania. Ma non solo. Le sue sfrecciate e quel suo accendersi in volo hanno regalato alla Roma tre rigori e tre assist. Quindi non parliamo di un giocatore inutile. Eppure sarà sempre destinato a essere oggetto del solito dibattito: Gervinho è un giocatore di pallone o no? Forse, la risposta di è quella che conta di più. Perché parlano i fatti: allenato dal suo papà francese, non sbaglia un colpo. Chiamiamolo er tendina, chiamiamolo er monnezza, ridiamo, scherziamo, prendiamolo pure in giro. Lui corre, fa assist, gol (non tanti) e soprattutto sorride. Perché è un fortunato. E da oggi è un eroe, ha segnato alla , la rivale di sempre. E papà gli vorrà sicuramente ancor più bene. E forse anche chi ha sempre creduto poco in lui.