Roma, giusta la mossa del premio scudetto

07/01/2014 15:31

 
Nel ritorno, la dovrà andare a e a Roma. Se è vero che in casa ha sempre vinto, non è che fuori patisca granché: finora, solo gli ultimi 20' di Firenze, un crollo. E' una squadra che riesce a impostare secondo convenienza. Può iniziare aggredendo o lasciandosi aggredire. Ha un vantaggio tale da consentirle una serena gestione, ma di questo non vuole sentir parlare perché da lì partirebbe l'imborghesimento. Nella scia, il non perde l'occasione di portarsi a meno 2 dalla Roma, ma con la Samp (una traversa, due pali, un rigore non concesso a Regini) ha avuto anche fortuna. Due gol di Mertens, conferma di Higuain come uomo-assist e domenica una trasferta non facile a Verona, a casa della squadra-rivelazione. Già lo era, per molti, e ieri s'è conquistata il titolo andando a vincere sul campo dell'Udinese, squadra-rivelazione dello scorso campionato e ora mestamente lontana da quei dì e con Di Natale che annuncia il ritiro a fine stagione (ma forse ci ripenserà).
 
Anche la rischia e fatica col Livorno, e paga il conto più pesante. Un infortunio al ginocchio di Giuseppe Rossi, cui vanno gli auguri di tutti. Sulla gravità, sapremo di più dopo gli esami fatti dallo specialista Usa che l'aveva già operato, ma già ora il mondiale brasiliano sembra fortemente a rischio per Rossi, se non dolorosamente da escludere. L'Inter perde a Roma, la Lazio festeggia il ritorno di Reja con un gol di Klose, la sola cosa da ricordare in una serata di bruttissimo calcio. Per l'Inter, dove Palacio non può far miracoli a ripetizione, solo un colpo di testa di Nagatomo. Non è con partite così che si convince Thohir ad investire in gennaio. Tra Chievo-Cagliari, già candidata all'oscar di bruttezza stagionale, e la gara dell'Olimpico si deve dire che il tasso tecnico del nostro campionato è sempre più basso. In controtendenza il gol, inatteso, del ruvido stopper Lucarelli, un colpo di tacco su angolo, alla Mancini, nella stessa porta in cui segnò allo stesso modo Mancini a fine '99. Il Milan si allontana dalla zona più calda grazie ai gol numero 100 e 101 di Kakà e al gol numero 1 del giovane Cristante, ma il 3-0 è troppo pesante per l'Atalanta.