10/02/2014 08:20
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Sul campo sono rimasti a debita distanza. Nel giro infinito delle interviste non c’è stato modo di incontrarsi. La stretta di mano tra Garcia e Reja non è arrivata. E al francese va bene così, «perché - ripete rispondendo sempre alla stessa domanda nel post partita - quello che ho detto su di lui alla vigilia lo penso. E non aggiungo altro».
Preferisce parlare d’altro Rudi, di un derby dal retrogusto amaro se si pensa alle occasioni sprecate davanti alla porta nel giorno in cui la Juve frena in modo imprevisto. «Vediamola in maniera positiva - analizza il tecnico romanista - non abbiamo perso punti dai bianconeri e c’è stata la conferma di quanto sia stata importante la nostra vittoria a Verona. Stavolta abbiamo pareggiato fuori casa, che non è mai un risultato brutto. Siamo ancora 4 punti sopra al Napoli con una partita in meno nella quale bisognerà fare attenzione perché non l'abbiamo già vinta».
È chiaro che per quanto si è visto in campo ieri pomeriggio la Roma non può essere pienamente soddisfatta. «Bisognava segnare il primo gol con una squadra che gioca tutta in difesa come la Lazio per sbloccare la partita. Altrimenti gli spazi non si aprono e partite così non le vinci. Ci sono state diverse azioni buone da parte nostra, ma abbiamo sbagliato troppe scelte: a volte dovevamo controllare il pallone e abbiamo tirato, in altre occasioni c’è stato un tocco di troppo. Abbiamo fatto di tutto per vincere e mi è piaciuto questo, qualcosa da migliorare sul piano offensivo però c’è». Secondo Garcia è mancato «il timing giusto davanti alla porta perché la preparazione dell’azione è stata quasi perfetta».
Un unico, grande difetto in un derby dominato in lungo e largo dai giallorossi, come si evince dal computo delle occasioni. La Roma è uscita alla distanza, senza però trovare la stoccata decisiva. «Durante l’intervallo - racconta ancora Garcia - ho sottolineato il fatto che non dovevamo metterla sul piano fisico e cadere nelle loro provocazioni. Abbiamo deciso di continuare tranquilli ma determinati e la squadra ha giocato con la testa. Nel secondo tempo sembrava quasi un’esercitazione attacco contro difesa, abbiamo provato anche a farli uscire per provare possibili ripartenze e spazi. Peccato non aver preso i tre punti ma sono soddisfatto del nostro atteggiamento».
I tre romani in campo non hanno giocato la loro partita di sempre, ma nel complesso hanno dato il loro contributo. «Ho trovato i giocatori concentrati. Totti ci ha provato con i tiri da fuori, De Rossi e Florenzi hanno fatto una prestazione "seria». Mancava un po’ di follia nel nostro gioco, ma credo sia casuale. Dobbiamo solo migliorare le nostre scelte davanti alla porta».
Sulle fasce, invece, la Roma continua ad andare che è una bellezza. E ora può contare su un innesto in più. «Bastos è entrato piano piano nella gara, poi ha giocato bene, saltando l'uomo e cercando anche il gol. Era un po' di tempo che non scendeva in campo ed era importante che entrasse. Gervinho? Le migliori occasioni le hanno create lui e Pjanic. Speriamo di esserci tenuti qualche gol per mercoledì perché vogliamo la finale di Coppa Italia».
Il Napoli ha giocato un giorno prima, ha ritrovato la vittoria e un briciolo di fiducia, ora aspetta i giallorossi con il coltello fra i denti. «Se non segnamo non possiamo vincere la partita. Non cambieremo nulla, di certo non giocheremo tutti indietro solo per pareggiare. Andiamo al San Paolo per qualificarci». La sfida a distanza con la Juve viene dopo. Prima bisogna riportare la coppa nei pressi del villaggio.