Garcia, un muro per la squadra

18/02/2014 09:19

ha scelto di attaccare anche a parole per trainare la sua Roma. Così si spiega l’uscita di domenica sera: «C’è stata una mancanza di rispetto verso la Roma», ha detto il tecnico dopo la vittoria con la Samp. Il bersaglio? Nessuno in particolare, molti in generale. Non la stampa nel suo complesso, che anzi segue con interesse quando le critiche sono circostanziate e non strumentali. Semmai è stato quel coacervo di pensieri ed emozioni chiamato ambiente ad averlo stimolato a reagire. Temeva che il disfattismo annusato dopo la sconfitta di potesse infiltrarsi nelle teste dei giocatori, compromettendo la stagione.

Ad esempio, si sarebbe aspettato una maggiore indulgenza nei confronti di Mattia , che ha sbagliato qualche gol ma è il miglior marcatore dei cinque principali campionati per media realizzativa. ragiona così, lo aveva già dimostrato all’inizio della avventura romanista, durante il ritiro di Riscone, quando prese di petto i tifosi che insultavano Osvaldo: «Chi contesta un giocatore della Roma non è un tifoso della Roma. Al massimo è della Lazio». Stesso istinto di protezione che si è manifestato dopo la frase infelice di cui si era subito scusato ( «Spero che qualche giocatore della Roma si infortuni» ). lo attaccò una settimana dopo, alla vigilia della sfida, senza che gli fosse chiesto nulla, per richiamare l’attenzione dell’arbitro Orsato.

Non è una novità, anche in Francia in Francia ha sempre fatto sempre valere le ragioni della sua squadra per replicare alle critiche. Un esempio lampante: dopo la sconfitta contro il Paris Saint Germain del gennaio 2013, sorprese tutti per la pacatezza nel rispondere alle domande. «No, non sono deluso dalla sconfitta - aveva detto - e sono fiero dei miei giocatori. Siamo stati migliori rispetto al Psg e bisogna guardare il lato positivo (?). Quello che conta è la prestazione dei calciatori, bisogna guardare avanti e non abbassare il livello delle nostre pretese».

(corsport)