16/02/2014 09:24
IL TEMPO (E. MENGHI) - Un altro «no» alla riapertura delle curve, ma non è ancora finita. La Roma le sta provando tutte per permettere ai suoi tifosi di andare allo stadio e, dopo che la Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso, confermando la doppia squalifica per i cori contro Napoli, la società si è rivolta all’Alta Corte del Coni a poco più di 24 ore dalla sfida con la Sampdoria. Anche questo ricorso è stato respinto: Sud e Nord resteranno senza spettatori stasera.
Ma un piccolo spiraglio per la prossima gara casalinga con l’Inter c’è. L’istanza di sospensione cautelare presentata d’urgenza dalla Roma è stata rigettata, tuttavia i giallorossi hanno ottenuto un nuovo appuntamento, martedì 18 febbraio alle 16, sempre presso l’Alta Corte «per l’audizione delle parti e per l’esame in camera di consiglio dell’istanza cautelare, riservando in quella sede ogni eventuale provvedimento cautelare». Un’apertura che rende meno amaro il tentativo numero due della società, intenzionata ad andare fino in fondo e non escludendo neppure di appellarsi alla giustizia ordinaria, dopo aver ricevuto le motivazioni della Corte Federale.
Per ora la Roma si aggrappa a questa nuova udienza, che tiene viva la speranza in vista dell’arrivo dei nerazzurri di Mazzarri all’Olimpico. È stato l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini a giudicare, e quindi a respingere il ricorso della Roma, valutando che «allo stato degli atti non sussistono le esigenze cautelari invocate ai fini della assunzione del provvedimento». La sanzione sarà perciò subito attiva.
A Trigoria la rabbia non è passata e continuano a pensare che l’attuale normativa sia «ambigua». Si dice che tentar non nuoce, ma nemmeno gratifica in questo caso. Ieri mattina la Roma, prima di sapere l’esito del ricorso d’urgenza, ha fatto un tentativo in extremis verso i tifosi che all’inizio dell’anno hanno scelto di acquistare il pacchetto completo di partite e che dovranno restare a casa almeno stasera. Nel consueto tavolo tecnico pre-partita, è stata avanzata la proposta di una ricollocazione degli abbonati in altri settori dello stadio, ma la questura e la prefettura l’hanno bocciata per questioni di ordine pubblico. Spostare ventimila persone non è semplice dal punto di vista organizzativo. Le autorità hanno negato questa possibilità, che la Roma ha provato a sfruttare visto che il dispositivo parla di «settore chiuso» e, quindi, solo indirettamente il riferimento è a chi «normalmente» occupa quello spicchio di stadio.
L’Olimpico resterà semi-deserto, circa 7mila tifosi hanno il biglietto in tasca per Tevere o distinti, e l’orario non va incontro alle famiglie, visto che si gioca alle 20.45. Ma questo è un altro vecchio problema.