Juve, i veleni non finiscono più

25/02/2014 10:17

IL MESSAGGERO (L. PASQUARETTA) - Polemiche, veleni e punti di vista. O di svista, considerando gli errori di Rizzoli. Certe partite non durano solo 95 minuti. Il terzo tempo del derby della Mole è stato movimentato, per usare un eufemismo, lungo, interminabile. Se n'è parlato pure in Parlamento ieri, nel giorno in cui Renzi ha incassato la fiducia in Senato, il deputato del Pd, Marco Miccoli, ha attaccato la : «Quello che sta succedendo in serie A è davvero preoccupante. Sembra una nuova Calciopoli, con errori e favoritismi a raffica, ultimi quelli nel derby di Torino. Per questo chiedo al nuovo presidente del Consiglio di verificare e garantire la trasparenza del campionato italiano». Ha ritrovato la parola pure Urbano Cairo. Domenica sera era allo Stadium, il suo silenzio non è passato inosservato. «In genere non commento gli arbitraggi, ma gli errori di Rizzoli sono evidenti. Siamo stati penalizzati. Dal rigore negato è arrivata anche la beffa del giallo a El Kaddouri, che non sarà a disposizione per la sfida contro la Sampdoria. Poi anche Vidal e la possibile doppia ammonizione, con conseguente espulsione. Che dire, siamo stati sfortunati. Mi dispiace. Sono davvero amareggiato. Detto questo sono e resto orgoglioso di questo gruppo». Invece ci è andato giù pesante, Riccardo Meggiorini. «La forza della spesso è il dodicesimo uomo in campo - ha cinguettato su - appunto, in campo. Mica sono i tifosi» L’attaccante ha poi rimosso il tweet e ha precisato: «L’adrenalina gioca brutti scherzi, la mia era solo una battuta».
LA DIFESA DI BRASCHI Il designatore è stato di un altro avviso. Ha preso le parti di Rizzoli, assolvendolo: «In campo non si poteva vedere, lo stesso Ventura se n'è accorto soltanto dalle riprese a fine gara. Si è visto che era rigore solo da un'immagine di una telecamera. Ha sbagliato in buona fede». E ancora. «Rizzoli era messo bene in campo, così come l'arbitro di porta Calvarese - ha spiegato Braschi, polemico con moviole e moviolisti - La tv può aiutare solo in occasione del gol-non gol oppure quando un fallo è commesso fuori o dentro area. Poi, sul campo, in tutte le altre occasioni, decide l'arbitro. Che certe situazioni non le può vedere». Infine un grido di allarme. «Vogliamo che il calcio sia degli uomini o della tv?» si sono chiesti i vertici dell'Aia, un po' polemicamente. Nessuno si è fatto mancare niente.
AGNELLI DURO Quei due «lenzuoli» comparsi nella , «Quando volo penso al Toro» e «Solo uno schianto» con la collina di Superga e la basilica disegnata, davvero di cattivo gusto, hanno fatto arrabbiare Andrea Agnelli. Ferma la condanna. Sul profilo della il presidente ha rilanciato: «Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia». C'è curiosità per cosa deciderà il giudice sportivo Tosel. Non sono da escludere provvedimenti contro la curva bianconera, già chiusa per due partite per «discriminazione territoriale».
Il difensore bianconero, attraverso il suo sito ufficiale non le ha mandate a dire al tecnico giallorosso: «Buongiorno a tutti, Torino è bianconera», ha esordito ieri il numero 19.
BONUCCI PUNZECCHIA  «Sembra una frase retorica, ma vincere contro questo Torino non era una cosa facile. Oltre a questo la Roma non perde un colpo e sentendo parlare il loro mister sono carichi a mille e sperano in un nostro passo falso, visto che facciamo le coppe». Sulla questione ha ironizzato. «Giocare in Europa per una squadra vincente dev'essere uno stimolo in più e mai in meno. Noi siamo la niente scuse. Quindi la mia speranza è che sia proprio la Roma a perder colpi visto che non le fa da tempo le coppe». Scintille. Per la non sarà una settimana semplice. Mercoledì partenza per la Turchia, giovedì sera la sfida contro il Trabzonspor, il rientro in Italia è fissato per venerdì nel pomeriggio, a poche ore dalla sfida di San Siro contro il Milan, in programma domenica sera. ha parlato di un «calendario terribile». Una trappola, considerando il momento non brillante della , apparsa un po' stanca e con gli uomini contati. Per questo - pensando alla Roma - sostiene di «non essere sereno».