10/02/2014 08:44
IL TEMPO (R. SENSI) - Leggo e continuo a seguire con interesse le sorti del nostro campionato di calcio, non tanto e non solo per sapere chi conquisterà lo scudetto, ma soprattutto per capire qual è il trend di comportamento dei nostri Presidenti per il futuro. Dopo aver fatto una ricerca sulle rose delle squadre primavera di Serie A, mi sono incuriosita ed ho voluto fare un piccolo ma interessante studio sulle rose di prima squadra. Se è pur vero, e alcune società lo hanno fatto in quest’ultima sessione di mercato, che investire sulle giovani promesse è fondamentale, mi sono accorta che questi investimenti per il cinquanta per cento sono su giocatori provenienti dall’estero. Giocatori che nella grande maggioranza non sono certo fuoriclasse o prime scelte.
Da un’analisi dettagliata delle singole rose, così come sono pubblicate sul sito ufficiale della Lega di serie A, è curioso notare il comportamento e la “politica” delle singole società. Se da una parte possiamo comprendere come il Sassuolo, promosso in serie A quest’anno, ha “solo” sei stranieri, l’Udinese, al contrario, ne ha ben ventidue su trenta tesserati. Sono due realtà molto simili, città tranquille con tifoserie pacate e Presidenti molto generosi, eppure con una filosofia calcistica agli estremi. Alcune società come la Sampdoria, la Roma e il Verona hanno scelto di avere un numero più contenuto di tesserati. Se pensiamo che l’Hellas Verona con i suoi ventisei tesserati ne ha sedici stranieri, dobbiamo considerare come in questo caso più del cinquanta per cento non sono italiani. Altre invece sono sorprendentemente numerose e con molti stranieri. La Lazio, ad esempio, include, nella sua rosa, ben quarantasei tesserati di cui venticinque sono stranieri. Un altro esempio può essere l’Inter che con ben trentanove tesserati, ventisette sono stranieri. Penso sempre che l’esperanto potrebbe diventare la lingua ufficiale del nostro campionato……! Alimentare la speranza dei nostri ragazzi a parole e poi prendere giocatori giovani all’estero non è certo coerente. Mi chiedo perché prenderne così tanti se poi non tutti questi giovani giocatori sono di primissima qualità o meglio fuoriclasse in erba. Se consideriamo che i grandi campioni preferiscono giocare in campionati come quello spagnolo, tedesco o inglese, non capisco la politica delle seconde se non terze scelte dei nostri Presidenti.
Chi veramente sorprende in quest’analisi è proprio la Juventus che, vincendo gli ultimi due campionati, ha conservato nella sua proporzione ben undici stranieri su ventotto. Non credo che il merito delle vittorie possa essere riconducibile alla presenza di molti italiani, ma sicuramente alla capacità dell’allenatore e della società di scegliere i loro giocatori, ma voglio sperare che in quelle scelte ci sia la volontà di alimentare il nostro campionato di veri campioni, meglio se italiani, con innesti di prima qualità. In questo quadro di scelte molto confusionarie dei nostri Presidenti, in cui è difficile ricavare una politica coerente e che agisca in prospettiva, occorre rilevare come la Germania o meglio la Bundesliga continua ad aumentare il suo fatturato con stadi di proprietà, giocatori di prima fascia e proprietari di club determinati ad ottenere grandi risultati sia con la squadra che con il proprio fatturato. Una scossa da qualche parte deve arrivare, speriamo che qualcuno ci pensi (Federazione, Lega, Associazione Calciatori, Presidenti), e intervenga su questo argomento con la stessa passione che lega i tifosi alle loro squadre.