Nainggoool

23/02/2014 11:08

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Prima mi dite e ridite che il colpo di testa di Christodoulopoulos è finito fuori, poi forse un cristiano (che se era laico c’è diventato in quel momento) se po’ mette a scrive. Sono cose da cuori forti queste, immersioni e riemersioni, esperienze extra-corporee pressoché quotidiane per i romanisti. Anche per un -Roma di fine febbraio, un anticipo di sabato di campionato, con quelli che una settimana fa ti dicevano "stai a -12 è finito tutto".

Ma la Roma è bella perché non è mai banale, non si sa come ma riesce a portarti a un’emozione pure quando pensi che ormai da quel punto di vista - anche per evidenti meriti sul campo - sei prossimo alla pensione. Esodati dell’anima. Popolo fantastico che continua a viaggiare appena può e a riempire di carne, sentimento e senso il settore. È lì sotto che è finita pure ieri (pure la palla di Christodoulopoulos? È fuori?) con Gervinho che si spoglia per primo perché lui è attratto dalla libertà e in quello spicchio di stadio là quella si respira, quella ci sta. Nudissimo alla meta. Poi arriva che ancora si sta chiedendo una cosa (ma è finito fuori quel pallone?) che fa tre cose: prima porta la squadra là sotto, poi si va ad abbracciare forte forte, con rispetto e sincero senso di squadra e di spogliatoio Taddei, e infine va a prendersi sottobraccio Romagnoli, il ragazzino, sorridendo e uscendo dal campo con lui. Nel nome del padre, del figlio e dello spirito santissimo del pallone di Christodoulopoulos che aleggiava proprio da quelle parti.

La Messa poi l’ha definitivamente officiata in musulmano a Nainggooooolan, poi, dopo un paio di frasi di circostanza davanti alla tivvù, probabilmente nello spogliatoio. Ma è lì, settore a parte, che è successa la cosa più bella di questo brutto ma bellissimo - Roma: l’incazzatura sfacciata di Capitan , la rabbia di Capitan , la stizza di perché non si può soffrire così, non si possono commettere certe leggerezze, non si può rischiare di deludere quella gente. E questo vale di più in una squadra che ha vinto tipo mille partite quest’anno, che per 16 volte non ha preso una rete, che ieri giocava senza 4 titolari su 4 nel ruolo di esterni (Balzaretti, Dodò, e ) e senza il suo lusso necessario, il suo capolavoro manierista fondamentale, il surplus e la differenza del suo gioco (l’unico surplus che potrebbe dare una giustificazione etica persino al capitalismo): . Ha vinto e s’è incazzata. Ha vinto e ha bestemmiato, ha vinto e ha pregato il pallone di Christodoulopoulos. Ha vinto e ha le stesse partite della stamattina. Non date retta a tutti quelli che dicono che «ma la deve giocare ancora con il Torino».