14/02/2014 10:20
IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Niente lacrime, è tempo di ripartire. Quella di Napoli è stata senza dubbio una brutta botta, in una notte è sfumata la possibilità di prendersi un trofeo per la via più breve. Ma la stagione è tutto tranne che conclusa. Perché, se è vero che alla Roma resta solo il campionato, è altrettanto vero che per meriti propri i giallorossi in campionato hanno ancora tanto da dire. Che non significa soltanto rafforzare la seconda posizione respingendo i possibili attacchi del Napoli, ma anche proseguire la rincorsa alla Juve. Rincorsa alla quale si può e si deve credere. I giocatori subito dopo il termine del derby, col pareggio contemporaneo della Juve a Verona, avevano le facce di chi non ha alcuna intenzione di mollare. Ci credevano, e ci credono forse ancora di più dopo il ko di coppa. E non è un paradosso, perché la Roma è consapevole della sua forza, perché l’eliminazione non cambia nulla in campionato e anzi dà alla squadra quella rabbia in più che può essere determinante nel rush finale. Niente lacrime, dunque.
E’ tempo di ripartire. Anzi, la Roma è già ripartita, lo ha fatto ieri a Trigoria con una riunione tecnica anche più lunga del solito nel corso della quale Garcia e i suoi ragazzi, hanno analizzato tutti gli errori commessi al San Paolo. Attenzione, un’analisi non distruttiva di quanto si è fatto di sbagliato, ma costruttiva. Per ripartire subito, come era successo dopo l’altro colpo basso stagionale, la sconfitta dello Juventus Stadium a inizio gennaio. Anche allora ci si chiedeva come avrebbe reagito la Roma al primo stop. E ha reagito come sappiamo, con 5 vittorie di fila (coppa compresa) prima del pareggio nel derby. Ha reagito con tre vittorie in campionato, con 10 gol fatti e uno solo subìto, ha reagito prendendosi la rivincita sulla Juve solo diciassette giorni dopo la prima partita. Ne passeranno un po’ di più, 25, prima di poter rigiocare col Napoli in campionato.
Prima però ci saranno altre tre giornate di campionato per allungare sulla squadra di Benitez e acorciare su quella di Conte, facendo affidamento anche sul peso dell’Europa League. Perché se la Roma dal 16 febbraio al 2 marzo, cioè in due settimane, avrà solo le sfide contro Samp, Bologna e Inter, le due rivali ne avranno ben 5. Andiamo per ordine: domenica alle 15 la Juve se la vedrà in casa col Chievo, il Napoli alla stessa ora sarà a Sassuolo.
La sera ci sarà invece Roma-Samp. Ma mentre i giallorossi avranno poi 6 giorni per preparare la trasferta del sabato successivo a Bologna, Juve e Napoli il giovedì saranno impegnate nei 32esimi di Europa League rispettivamente contro Trabzonspor e Swansea. E fa una certa differenza, soprattutto per i bianconeri che tre giorni dopo in campionato avranno il derby col Torino. Stesso discorso per la settimana successiva. La Roma ancora a riposare per presentarsi al meglio al match dell’Olimpico con l’Inter mentre Juve e Napoli avranno il ritorno del turno europeo e poi la trasferta di San Siro col Milan per i bianconeri e quella di Livorno per gli azzurri. Non ci saranno coppe invece nella settimana che porta forse alla giornata più importante, quella del 9 marzo, quella di Napoli-Roma che è anche la stessa domenica di Juventus-Fiorentina. Insomma, la Roma ora dovrà disperdere meno energie, le concentrerà tutte in campionato.
Energie necessarie per mettere a posto alcuni di quegli aspetti che non hanno funzionato a Torino e a Napoli. Come ad esempio il calo di concentrazione di inizio secondo tempo. Per evitare un altro 48. Inteso come minuto. Tre volte in stagione è capitato di subire un gol dopo 3 giri di orologio del secondo tempo (Bonucci a Torino, Hallfredsson a Verona, Higuain a Napoli). In assoluto sono 6 i gol presi nei primi sei minuti della ripresa (ci sono anche quello di Brivio a Bergamo, quello del momentaneo 2-1 nell’andata di Coppa e il 3- 0 di mercoledì di Jorginho). Niente lacrime e niente distrazioni, allora. Ma consapevolezza di essere sempre la squadra che ha incantato tutta Europa subendo pochissimo e mandando a rete un numero infinito di giocatori. Consapevolezza anche ora che per due partite consecutive non si è segnato ma si è comunque creato tanto. Pure a Napoli in una serata storta ci sono state 5-6 palle gol chiarissime.
Non è insomma mancato il gioco, semmai è mancata la lucidità, magari dovuta anche alla stanchezza. Ecco, ora che c’è solo il campionato la Roma potrà ritrovare la freschezza necessaria a colpire senza pietà gli avversari. Un recupero fisico che non riguarda solo gli assenti per infortunio, ma anche e soprattutto quelli che hanno dovuto giocare non al meglio o a corto di energie. Un discorso che vale per Maicon, come per De Rossi, così come per Strootman, Pjanic e Totti. Un discorso che vale un po’ per tutti. Ora però c’è da giocare l’ultima partita della serie ravvicinata, c’è da battere la Samp a tutti i costi, anche se ci saranno le tossine dei 90 minuti del San Paolo, anche se la fatica si farà sentire. Ma non è tempo per pensare troppo ai muscoli indolenziti, non c’è spazio per le lacrime. La Roma è pronta a ripartire, c’è un campionato da andarsi a prendere.