24/03/2014 08:58
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Il rimpianto di Morgan De Sanctis, subito dopo i tre punti del Bentegodi, è quello di tutta la Roma: «Dispiace che una stagione così bella non possa restare nella storia». Lo speravano, i romanisti, quando un girone fa Totti e compagni venivano dal record di 10 vittorie nelle prime 10 giornate. Mai nessuno c’era riuscito e, per rendere indimenticabile il risultato, Federico Balzaretti regalò a tutta la squadra un braccialetto con inciso il numero 10. Dalla settimana successiva, col pareggio di Torino, la corsa della Roma dei record non è stata più la stessa, ma ciò non toglie che il primo anno di Garcia resterà indimenticabile.
Numeri super E non solo per la probabile qualificazione diretta in Champions o per le 18 partite fin qui chiuse senza subire reti. La Roma di oggi, che a due mesi dal termine ha già superato i punti dello scorso anno (62), si è messa alle spalle quella campione del 1983 (55 punti dopo 28 giornate, considerando 3 punti a vittoria) e quella del 2001. La squadra di Capello centrò il grande traguardo al secondo anno col tecnico friulano in panchina (3 le sconfitte, la Roma di quest’anno è a 2) e anche a questo potrebbe pensare lo scaramantico Garcia.
Cosa migliorare Con una Roma così vicina alla perfezione (altri numeri: la formazione di Capello dopo 28 giornate aveva 63 punti — 1 in meno di quella attuale — così come quella del 193031, sempre calcolando i 3 punti a vittoria) e che vuole centrare il record di punti della sua storia (83, superando gli 82 di Spalletti del 200708 che a questo punto della stagione era a 61), la domanda è lecita: dove e come può migliorare? Sicuramente nelle alternative ai titolari e nella ricerca di un grande bomber che possa fare la differenza quando il collettivo stenta. Destro, 8 gol, uno ogni 96’, scalpita, ma è ancora alla ricerca della personalità giusta per guidare la squadra quando i compagni non sono in giornata. Cosa che, a onor del vero,quest’anno è successa raramente. Appena due le sconfitte, sui campi di Juve e Napoli, che dovevano lasciare alle altre solo le briciole. I bianconeri ci sono riusciti, gli uomini di Benitez no. E una parte del merito è anche della Roma di Garcia, che vuole diventare ancora di più l’uomo dei record.
Esperienza Per questo, dicono a Trigoria, la battuta sulla valigia «sempre pronta» era e resterà tale: la Roma vuole blindarlo, lui già lavora alla squadra della prossima stagione. Che vuole forte ed esperta, il che, a suo dire, non significa vecchia. Non a caso spesso ripete: «Strootman, Pjanic, Florenzi, Destro, Ljajic, Romagnoli e Dodò sono tutti nati dopo il 1990 e con me giocano». Anche questo è un piccolo record