23/03/2014 19:45
ILTEMPO.IT (E. MENGHI) - La Roma è tornata subito al lavoro dopo la vittoria a Verona con il Chievo. Questa mattina intorno alle 11.30 i giallorossi si sono ritrovati a Trigoria per il primo allenamento pre-Torino: lavoro di scarico in palestra e corsetta sul campo per chi ha giocato ieri, partitella a campo ridotto per gli altri. Assente Maicon, sostituito all’intervallo per via di un piccolo problema al ginocchio: il brasiliano era uscito in via precauzionale e non sono stati necessari gli esami strumentali per valutare un infortunio apparso fin da subito leggero. Non dovrebbero esserci problemi per la prossima partita, ma potrebbe guardarla dalla panchina, con Torosidis pronto a tornare titolare, anche perché i tempi sono strettissimi: domani rifinitura alle 11, martedì sera appuntamento all’Olimpico con Pallotta spettatore.
Garcia dovrà studiare una soluzione in difesa, vista l’assenza forzata di Benatia, fermato per un turno dal giudice sportivo: al vaglio le ipotesi Toloi e Romagnoli. Il primo è arrivato a gennaio per colmare il buco lasciato da Burdisso e non ha ancora esordito con la maglia della Roma, il secondo invece ci è cresciuto in giallorosso e ha collezionato 4 presenze dal primo minuto e 2 gare le ha giocate da subentrante. Rudi lo ha spesso elogiato e per la prima volta potrebbe schierarlo nel suo ruolo naturale, al centro della retroguardia. Se Maicon non dovesse farcela e Alessio tornasse a fare il centrale, il tecnico francese sarebbe obbligato a puntare su Dodò a sinistra. Al centrocampo rientra De Rossi dopo i tre turni di stop per squalifica e dovrebbe essere Taddei a fargli posto, anche se non è escluso che sia Pjanic a sedersi in panchina per tirare il fiato in vista della tranche finale di campionato. Davanti dovrebbe toccare ancora a Totti, uscito a inizio ripresa per non accumulare stanchezza, quella che Gervinho non sa cosa sia. Resta vivo il ballottaggio tra Destro e Florenzi per l’ultimo posto nel tridente. I numeri sono dalla parte dell’ex Siena, capace di segnare un gol a partita (96 minuti, per la precisione) con un ritmo da bomber di razza. Garcia ha stravolto per lui l’idea tattica di schierare una formazione senza punte di peso e senza punti di riferimento. Un bel segnale di fiducia.