03/03/2014 09:21
LEGGO (F. BALZANI) - Niente nazionale e probabile squalifica di tre giornate. De Rossi ci è ricascato e il pugno in mischia rifilato in area a Icardi nel primo tempo di Roma-Inter oltre a tenerlo fuori dai convocati di Spagna-Italia potrebbe impedirgli di giocare le gare con Napoli, Udinese e Chievo. Il condizionale è d’obbligo. Il pugno di De Rossi (e quello di Juan Jesus a Romagnoli) non sono avvenuti, infatti, a gioco fermo o palla lontana e potrebbero quindi non essere considerati come «gesti di condotta violenta in mancanza di contesa del pallone » come recita l’articolo 12 del regolamento.
Ne è convinto Garcia: «Escludo la prova tv. Non capisco perché dovrebbe essere punito un gesto e altri no». Anche la Roma la pensa così e in caso di squalifica (comunque probabile) partirà il ricorso. Chi ha già sentenziato ben prima della decisione di Tosel è Prandelli che, a differenza di quanto fatto con Balotelli e Osvaldo, ha tirato fuori il codice etico non convocando De Rossi. Una decisione che ha mandato su tutte le furie la Roma.
Ma fra chi non perdona Capitan Futuro c’è anche parte della tifoseria, ancora una volta spaccata. Alcuni contestano le riprese tv, non sempre così solerti nell’individuare i falli durante le mischie di gioco (vedi il pugno di Candreva a Torosidis nell’ultimo derby); altri chiedono una maxi multa vista la recidività del giocatore non nuovo a certe situazioni. In principio fu la gomitata Mc- Bride al mondiale tedesco, in seguito è stato il turno di Srna dello Shakhtar el 2011, poi il cazzotto a Mauri nel derby dell’11 novembre 2012. E sabato sera è toccato a Icardi anche se stavolta Bergonzi non ha visto evitandogli la 12ª espulsione in carriera. De Rossi, uscito dal campo molto nervoso, ha preferito non commentare e ha passato la giornata di ieri nella sua Ostia a coccolarsi Olivia, la seconda figlia appena nata. Anche Icardi non si è espresso e a fine gara si è abbracciato con De Rossi. Compagni e avversari, sia in nazionale che in serie A, infatti stimano molto il centrocampista azzurro descrivendolo come un giocatore corretto, di certo un bravo ragazzo. Al quale però qualche volta si «tappa la vena » come disse una volta Prandelli.