03/03/2014 08:42
IL TEMPO (A. SERAFINI) - Messo da parte il pragmatismo, rimane la linea della rigidità. Anche questa volta non sono arrivati sconti per Daniele De Rossi, escluso dai convocati della Nazionale azzurra di Cesare Prandelli a causa del pugno rifilato dal centrocampista giallorosso all’interista Icardi nella gara giocata sabato sera all’Olimpico. Il tanto discusso codice etico adottato dal commissario tecnico non lascia scampo al numero 16, che mercoledì guarderà da casa i suoi compagni affrontare la Spagna nell’amichevole di lusso in programma a Madrid. Dispiaciuto per l’accaduto, De Rossi non ha potuto far altro che accettare la decisione presa da Prandelli e dallo staff della Federazione italiana, arrivata nel pomeriggio di ieri dopo una serie di lunghe telefonate. Anche perché il regolamento interno parla chiaro: stop ai comportamenti antisportivi, agli eccessi in campo e fuori, a qualsiasi gesto che rovini l’immagine dell’azzurro e della Nazionale, tanto da convincere anche il ct dell’Under 21 Di Biagio ad escludere dalla lista delle convocazioni l’attaccante del Sassuolo Berardi, reo di aver rifilato ieri una gomitata al parmense Molinaro.
Una «norma» spesso criticata per la troppa discrezionalità adottata dalla Federazione nel punire i comportamenti dei vari giocatori che negli ultimi anni sono stati coinvolti: da Osvaldo a Balotelli i casi non sono mancati, così come le occasioni in cui si è preferito chiudere un occhio di fronte ad un atteggiamento non idoneo. Difficilmente però ci sarebbero potute essere giustificazioni nel gesto di De Rossi, considerando anche la reiterazione degli episodi che lo escludono per la quarta volta dalla convocazione azzurra. Il nervosismo e la foga agonistica d’altronde gli sono già costate caro in passato. Nel 2011 il centrocampista venne «tagliato» dalla lista dei convocati di Prandelli per la gara contro l’Estonia, valida per la qualificazione agli Europei, e per l’amichevole contro la Repubblica d’Irlanda a causa della gomitata rifilata a Bentivoglio durante la partita tra Bari e Roma che gli costò anche tre giornate di squalifica in campionato. Un episodio quasi identico accaduto un paio di mesi prima nei confronti del difensore croato Srna nella gara contro lo Shakhtar Donetsk in Champions League che gli aveva chiuso le porte della Nazionale nelle gare da disputare contro Slovenia e Ucraina. L’esclusione di un «senatore» dello spogliatoio venne considerato come un processo fondamentale nel far capire che all’interno del gruppo nessuno era considerato un intoccabile. Il terzo provvedimento fu preso nel novembre del 2012, in seguito al colpo sferrato da De Rossi a Mauri durante il derby capitolino. Anche in quell’occasione non bastarono a Prandelli le scuse rivolte dal romanista all’avversario subito dopo il fischio finale e l’esclusione divenne irrevocabile nell’ultima uscita dell’anno degli azzurri impegnati in amichevole con la Francia.
L’ultima stangata di Prandelli ha anticipato anche la decisione del Giudice Sportivo Tosel, che in giornata comunicherà la probabile sanzione da applicare a De Rossi. Il colpo rifilato ad Icardi è stato immortalato dalle telecamere e riproposto a ripetizione nei salotti televisivi nel dopo gara. Il mancato intervento dell’arbitro Bergonzi (che non ha visto in diretta l’episodio) verrà quindi sostituito dall’utilizzo della prova tv. Nel caso in cui venisse riscontrato nel gesto una condotta violenta, De Rossi rischia uno stop di 3 giornate, la stesa sorte che potrebbe toccare al difensore interista Juan Jesus per un pugno rifilato a Romagnoli. La Roma al momento aspetta la comunicazione del Giudice Sportivo e poi eventualmente deciderà se presentare ricorso. Se la squalifica sarà considerata eccessiva, i legali giallorossi sono già pronti per una nuova battaglia.