26/03/2014 08:25
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Raramente, in passato, s’era visto Rudi Garcia esultare in quella maniera dopo un gol della Roma. E pensare che i giallorossi ne hanno segnati, solo in campionato, cinquantacinque. Dopo aver visto che il pallone calciato da Florenzi era terminato alle spalle di Padelli, il tecnico è letteralmente impazzito dalla gioia: braccia al cielo, ha cominciato a saltellare davanti alla propria panchina e si è abbracciato chiunque gli capitasse a tiro. Chissà, forse perché la Roma pochi minuti prima aveva seriamente rischiato di prendere un gol che con tutta probabilità l’avrebbe condannata alla sconfitta, ma sta di fatto che Garcia è sembra totale e quale a un qualsiasi tifoso della Sud. Poco aplomb francese, tanta grinta testaccina. Felice, tanto felice Rudi. «Sono successi importanti sul piano psicologico, quelli che conquisti all’ultimo. E poi mi sono ricordato anche della partita dell’andata...», spiega. Gli riferiscono che Gianpiero Ventura, l’allenatore del Toro, l’ha criticato (anche) per questo. «Non mi interessa rispondergli ». E ancora. «Non ci siamo mai fermati, fino alla fine. Questo è stato il nostro segreto. Anche quando l’orologio andava avanti, abbiamo continuato a giocare. E il secondo gol è stato ben costruito. Complessivamente, sapevamo che loro ci aspettavano dietro e che quindi non potevamo commettere errori a centrocampo, invece abbiamo sbagliato troppi passaggi. Al di là di tutto, sono contento perché abbiamo fatto una gara con intelligenza e tanta voglia di vincere. E abbiamo finito con sei attaccanti proprio per tentare di portare a casa la vittoria. Il Torino non è un avversario diretto per noi, pareggiare o perdere non cambiava: è per questo che è entrato Bastos terzino e abbiamo finito con Gervinho, Destro e Ljajic. Ma forse il miglior attaccante è stato Maicon. Florenzi? Quando giochiamo con Pjanic a centrocampo e tre attaccanti veri è difficile trovargli spazio. Avevamo vinto le ultime due gare così ed era giusto continuare», la sua analisi.
BOTTA E RISPOSTA Gli chiedono quale Roma preferisca, con Totti o con un centravanti puro come Destro: Garcia gioca d’astuzia. «Firmerei per segnare sempre almeno due gol, come stiamo facendo ultimamente. La verità, però, è che dobbiamo avere più pazienza quando giochiamo con un squadra schierata come il Torino». Pallotta, il rinnovo del contratto, il secondo posto e anche una scommessa in diretta tv da 95 euro con il presidente nel post partita. «Sul piano aritmetico dobbiamo andare avanti e aspettare. Stasera (ieri sera, ndr) a parità di partite abbiamo nove punti sul Napoli, e questo è importante». Ventura, come accennato, ha criticato molto Garcia. «Ho letto le sue dichiarazioni della vigilia e dico che ha capito in fretta come vanno le cose qui in Italia. E, sotto questo aspetto, mi ha deluso. Ho sentito un sacco di insulti nei miei confronti da parte del pubblico ma a sessantacinque anni non devo dimostrare niente a nessuno. A Torino avevo esultato per la nostra rete, è vero, ma è stata una cosa normalissima. E se contro il Napoli non ho messo Cerci e Immobile, come mi è stato rimproverato qui a Roma, è stato solo per una scelta tecnica. Non devo dare spiegazioni a nessuno».