10/03/2014 12:19
La Juventus vince contro la Fiorentina per 1 a 0, stesso risultato che condanna la Roma a Napoli. I giallorossi dicono addio ai sogni scudetto e adesso devono guardarsi dalla squadra di Benitez a meno 3 in classifica. Ma la Roma esce a testa alta dal San Paolo, forte anche della gara da recuperare contro il Parma e dello scontro diretto ancora a favore con i partenopei.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL CORRIERE DELLA SERA – M. SCONCERTI
Prandelli ha commesso un errore di superbia e di sostanza dicendo che la differenza atletica tra noi e gli altri è «imbarazzante». È riuscito a giustificare la pochezza della sua squadra dando colpa alla pochezza di tutti gli italiani, ha cioè coinvolto venti allenatori nella sua sconfitta, ma la sostanza resta molto vicina all’accusa. Siamo poca cosa e il campionato lo conferma. Il problema purtroppo non è atletico, ma tecnico.
La Spagna sembrava veloce perché giocava la palla di prima, attitudine per cui è necessario essere bravi. Questo è il punto, saper giocare a calcio. Vedendo Napoli-Roma, vedendo molte partite, la sensazione è che ci stiamo abituando a considerare spettacolare un tiro in porta. Abbiamo perso l’abitudine alla normalità del calcio che è fatta di dribbling, di conclusioni, di invenzioni, di tentativi di avventura collettiva ma anche personale.
(...) Va da sé che la Juve a questi livelli è imprendibile. Lo sanno anche gli avversari. La Roma a Napoli ha giocato per non perdere e tenersi il secondo posto, perché sa da tempo di non poter più vincere. Ma giocare così non serve a nessuno, nemmeno alla Juve che vince, perché le rende facile la corsa e più difficile la crescita. Non c’è più un fantasista, nemmeno un regista vero. (...) È vero che mancano i soldi, ma mi sembra manchino soprattutto le idee. Resta un campionato aperto solo per il secondo posto.
CORRIERE DELLO SPORT - G. DOTTO
Chi se ne frega del gol di Callejon. Sono le storiacce peggiori, già viste, di uno sport che è la negazione dello sport. Una Roma dominante, bella da star male, strameritava di stravincere, ma portandosi dentro la colpa evidentemente mortale di trasformare in un pugno di mosche l’oro del suo calcio. Schiacciato per ottanta minuti, il Napoli si ritrovava quasi senza saperlo e senza volerlo a esultare, avendo in quantità quello che alla Roma manca, il buttadentro sotto porta.
Risultato bugiardo, chi se ne frega del risultato. Questa Roma, la sua comoda Champions se la porterà a casa in guanti e pantofole. (...) Solo Roma nel memorabile primo tempo e quasi tutto il secondo. Veniva da piangere, inconsolabili, al pensiero di quel bugiardissimo zero a zero che si trascinava senza senso e sembrava già così una beffa.
Una Roma dominante, senza Totti, De Rossi e, dopo dodici minuti, anche senza uno Strootman fin lì sembrato ispiratissimo. (...) Su capitan Benatia e Castan sono finite da un pezzo le parole e, quelle che restano, vanno a Romagnoli, prospetto sicuro di campione, a patto che mediti i prossimi tre anni sulla leggerezza che è costata alla Roma la più ingiusta sconfitta degli ultimi dieci anni. Quel Callejon lasciato libero di uccidere grida vendetta. Ma ci penseranno le urla di Garcia, visto ieri, a fine partita, travolto dalla delusione come il più ultrà dei tifosi.
(...) Grazie a Rudi Garcia e a Walter Sabatini da ieri sera la Roma ha la sua fondamentale certezza: può esistere, già esiste, al di là di Totti. Concetto impensabile e quasi blasfemo fino a poco tempo fa.
La Roma migliore della stagione non può deprimersi più di tanto per questa feroce insolenza. Terza sconfitta di una stagione meravigliosa. Si tratta solo di ripartire com’è successo nelle altre due occasioni. La chiesa è più che mai al centro del villaggio, l’incenso soffia nel verso giusto e la Roma non è mai stata in così buonissime mani
LA REPUBBLICA – G. MURA
Il destraccio di Asamoah, uno che si fa sentire anche quando non segna, annacqua la gradazione di Napoli- Roma. Bella partita, in contrasto col piattume imperante. Vince la squadra che più ha rischiato di perdere, ossia il Napoli, e anche questo risultato conferma che alla Juve va tutto per il verso giusto. Fa quel deve, tantissimo, ma il gol di Callejon inchioda la Roma a meno 14. Intendiamoci, il Napoli fa un favore alla Juve ma anche a se stesso: ora il terzo posto è a 3 punti, e questo rischia di essere lo sprint più incerto e avvincente, se si tiene conto che la Roma deve recuperare la partita col Parma. Benitez non cambia fisionomia al Napoli, tenuto in corsa dalle parate di Reina.
Alla fine ha ragione lui, aggiungendo punte ha fatto saltare il banco. Ma è anche in serate così che si capisce la grandezza di una squadra. Senza Totti, senza De Rossi, ben presto senza Strootman (richiamato Taddei) la Roma ha giocato una signora partita, di forte personalità, esibendo un palleggio d’alta scuola ma anche la nota allergia di Gervinho ai gol facili. Il pareggio non serviva a nessuno, quindi da subito si è giocato per vincere. La Roma attaccando, il Napoli parando i colpi e cercando il contropiede. Se Conte già nel pomeriggio parlava di scudetto rivinto al 50%, possiamo tranquillamente alzare la percentuale, magari inventando un modo diverso di passare il pomeriggio festivo. La Juve non si limita a vincere il campionato. Lo sorvola. Gli altri due gradini del podio riconoscono i giusti meriti. Delle tre, se non sarà smembrata, la Roma sembra attualmente la squadra con più futuro . Ha l’età media più bassa e il gioco più piacevole, ma non più redditizio. (...)
LA GAZZETTA DELLO SPORT – A. CERRUTI
(...) E intanto, in campionato, (la Juventus, ndr) guarda tutti dall’alto dei suoi numeri da paura. Seminata anche la bella ma sprecona Roma, precipitata a meno 14 dopo la beffarda sconfitta sul campo del Napoli, che ora dovrà pensare soltanto a difendere il secondo posto dall’assalto della squadra di Benitez, con il jolly di una gara da recuperare.
IL MESSAGGERO – M. CAPUTI
Si fa fatica a parlare di calcio. Proprio a Torino, dove si sono consumati il becero ricordo dell’Heysel e i gli assurdi cori antisemiti, la Juventus ha messo più di un’ipoteca al suo terzo scudetto consecutivo. Se anche Conte ammette che lo scudetto è vicino per il cinquanta per cento, vuol dire proprio che è fatta. (...) Si lotta per il secondo posto dunque e tra Roma e Napoli sarà un bel duello come ha dimostrato la gara del San Paolo. Ha vinto la squadra di Benitez e per Garcia è stata una beffa. La Roma, contrariamente alla sconfitta in Coppa Italia, ha giocato meglio degli avversari e con personalità. Come spesso è accaduto in passato ha pagato la scarsa incisività rispetto al gioco espresso e alle occasioni create.
CORRIERE DELLO SPORT – S. AGRESTI
Bisogna saper vincere e la Juve ne è indubbiamente capace, sul campo. Il successo con la fiorentina, unito alla sconfitta con la Roma in quel di Napoli, porta il vantaggio sui giallorossi a 14 punti: benché Garcia abbia da recuperare una partita - peraltro contro un Parma scintillante - è praticamente impossibile ipotizzare una rimonta. L'unica incertezza, ormai, non sembra riguardare chi vincerà il titolo, ma quando la Juve se lo aggiudicherà aritmeticamente.