09/03/2014 09:50
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Quasi senza romanisti - oggi saranno 300 i temerari nella gabbia del San Paolo - e di sicuro senza treno. Sarà vietato. Questo Napoli-Roma sarà uno dei primi esperimenti di calcio modernissimo, calcio all’italiana, o meglio all’itagliana, calcio dove i tifosi ospiti praticamente non esistono.
Lo Stato itagliano è pronto a impedire la partenza per Napoli alla curva romanista, a quella parte di curva che volesse provare ad arrivare nel capoluogo campano a bordo di un treno. «Non essendo previsti treni ordinari né straordinari in partenza da Napoli per Roma dopo la gara, le autorità di pubblica sicurezza potrebbero non consentire la partenza in treno di tifosi in forma organizzata», scriveva la Roma qualche giorno fa sul proprio sito obbedendo così alle direttive dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Nella determinazione del 26 febbraio il Viminale aveva disposto infatti per Napoli-Roma un "incremento" delle misure già adottate.
Tra queste, la «verifica in fase di filtraggio presso le stazioni romane, della sussistenza dei presupposti di sicurezza per la partenza dei treni in caso di presenza di tifoserie organizzate». Mai come oggi è palese il disinteresse verso le tifoserie, che non pesano in termini di bilancio quanto i diritti tv e in più creano grattacapi a chi gestisce l’ordine pubblico, vedi alla voce straordinari per le forze dell’ordine e atti vandalici per Ferrovie dello Stato, membro dell’Osservatorio con discreta voce in capitolo. E questo succede anche quando, come al ritorno della semifinale di Coppitalia, i romanisti sono delle vittime. Nella stupenda ricostruzione compiuta da Sportpeople.net di quanto accaduto il 12 febbraio a Napoli (www.sportpeople.net/ordine-pubblicoallitaliana- never-ending-story) vengono riassunti benissimo i sacrifici sopportati dagli allora 700 romanisti: la partenza ritardata di oltre un’ora dell’Intercity 707, il tour panoramico di Napoli per dilatare a tal punto l’ingresso nello stadio che i tifosi giallorossi riescono a fare capolino solo al 30’ del primo tempo, il solito clima e i soliti atti da guerriglia urbana al San Paolo dove la gabbia è una salvezza, la permanenza per 4 ore a fine partita nel settore ospiti e il rientro a Roma quasi all’alba.
I 300 coraggiosi che stasera saranno al San Paolo non potranno quindi venire a Napoli in treno. La maggior parte potrebbero essere romanisti non romani, romanisti che quindi vivono nel capoluogo campano. E i romanisti romani? La Roma (il Viminale) si è raccomandata di seguire questi "suggerimenti": «Sono consigliati, per il trasferimento per e da Napoli, mezzi di trasporto alternativi (al treno, ndr), per la cui accoglienza a Napoli saranno allestite apposite aree di parcheggio e sosta nei pressi dell’uscita autostradale di Napoli nord, dalle quali i tifosi potranno essere accompagnati, in sicurezza, per e dallo stadio San Paolo». In sicurezza. Certo, se fossero zero tifosi invece di trecento sarebbe meglio. Calma, lo Stato itagliano ci sta lavorando. Dategli tempo.