19/03/2014 09:13
IL TEMPO - Un americano a Roma? No, stavolta ne arrivano due. Il problema è che il primo è l’uomo più potente del mondo: la visita di Barack Obama coincide con la presentazione del progetto del nuovo stadio giallorosso da parte di Pallotta & Co.. Ecco perché la conferenza in «pompa magna» dovrà probabilmente cambiare sede, ma non data.
Appuntamento confermato per mercoledì prossimo, il 26. Non più in Campidoglio, però, visto che lo sbarco del presidentissimo Usa comporterà non pochi problemi nel centro della città. Roma sarà «chiusa» per due giorni con divieti, posti di blocco e forze armate. Meglio tenersi alla larga dal caos e a Trigoria stanno vagliando le varie soluzioni, con l’obiettivo di fissare già oggi la sede del mega-evento. Al vaglio tre opzioni: l’Auditorium e i due musei Macro e Maxxi. Location comunque «esclusive» che faranno da cornice a una giornata cruciale per il futuro della Roma. Fervono i preparativi e i contatti incrociati con lo staff di Marino.
Dal Campidoglio assicurano che lo spostamento della conferenza al di fuori della casa del Comune non è affatto un modo per «smarcarsi» dal progetto. Semmai il sindaco ha tutta l’intenzione di sposare mediaticamente un’opera che suscita emozioni positive a buona parte dei romani. Della serie: fra buche sulle strade e nei bilanci capitolini, una notizia del genere può riportare qualche sorriso e consenso. A Pallotta interessa semplicemente ottenere un iter burocratico più rapido possibile. Il presidente è atteso fra domenica e lunedì, assisterà martedì alla gara con il Torino e il giorno dopo toglierà i veli al modellino della nuova casa romanista da costruire a Tor di Valle. I dettagli del progetto, «plastico» compreso, finiranno poi in uno spazio dedicato della mostra «Roma Ti Amo» alla Factory Pelanda. Una scommessa da 1 miliardo di euro, opere di urbanizzazione comprese. La società degli americani ci lavora da due anni ed è pronta a costituire una società ad hoc insieme al costruttore Parnasi. Non sarebbe male la «benedizione» di Obama, ma il sogno di Marino di collegare in qualche modo i due eventi resterà tale.