10/03/2014 08:57
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Vallo a spiegare che pure un pareggio per come avevamo giocato era da buttare, che li hai presi a pallonate a casa loro, senza De Rossi, Totti, Strootman, un terzino sinistro titolare e un ragazzino da quella parte. Vallo a spiegare che il campionato è praticamente finito (sì stavolta sì, così so tutti contenti) a una decina di partite dalla fine e che chi non lo vince all’inizio ne aveva vinte dieci di fila come nessuno aveva mai fatto prima.
Vallo a spiegare che su 26 partite ne hai vinte 17, questa è appena la seconda che perdi (e meritavi di vincerla) hai la migliore difesa d’Italia e tipo d’Europa e ti ritrovi a 14 punti dal primo posto dove ci sta una squadra che tu hai eliminato dalla Coppa. Vallo a spiegare a chi dirà oggi che Garcia ha sbagliato a non mettere Destro prima, che Garcia la partita è così che l’ha incartata a Benitez che fino all’altro ieri era l’unico allenatore ad aver messo in difficoltà ma che da ieri sera sta prendendo appunti e cercando di capire come gliel’ha nascosta la Roma. Vallo a spiegare che chi invoca Destro, probabilmente, è lo stesso che raccontava che Destro non è un attaccante da Roma.
Valli a spiegare tutti questi che dentro un periodo che ci stanno male... Vallo a spiegare che cos’è la discriminazione territoriale, che ti chiudono le curve, ti squalificano i giocatori e poi ti dicono "pensa a te stesso e non ti lamentare". Vallo a spiegare il gol di Pogba col Torino, quelli di Tevez a Verona, il primo della Juventus al Napoli, il rigore della Juventus col Genoa, il gol annullato a Diakite, l’intervento di Chiellini su Bergessio, il rigore non dato a El Kaddouri, quelli non dati a Pjanic, Maicon (Torino), Gervinho (Bergamo), Ljajic (Sassuolo), De Rossi (Milan). Anzi no, non andarlo a spiegare.
La Roma ha pure perso, ce devi perde pure tempo? Non glielo spiegare perché tanto i narratori di regime, i cantori dei vincitori racconteranno sempre e solo le loro verità, snoccioleranno i loro numeri, mostreranno le loro statistiche, manderanno in onda le loro immagini, i loro replay, le loro slow motion... e convinceranno chi non vede l’ora di venire convinto, di avere certezze, perché non ne ha. I tifosi della Roma ce ne hanno eccome invece, ce ne hanno una più grande di tutte: la Roma. Non spiegate niente a nessuno perché tanto, che è l’unica cosa che conta, ai tifosi della Roma non devi spiegare niente. Loro sanno tutto questo, anzi nemmeno, loro sentono.
La Roma continua a restare un sentimento, il più grande, il più bello, il più folle. E il tifoso della Roma stanotte è orgoglioso di una squadra che quest’anno s’è messa spalle al campo e cuore davanti alla Curva a leggere uno striscione di un sogno di un pomeriggio di mezza estate: "Non saper rimediare a una sconfitta è peggiore della sconfitta stessa". Quelle di ieri non sono sconfitte, sono altre indicazioni, una su tutte: che qui su ’sto campo dove hai perso la stella, hai capito che presto ti prenderai tutto il cielo. E’ un friccicorio dentro. E’ quel sentimento. Quel "dimmi cos’è" che gli altri non potranno mai dire. Quel "dimmi cos’è" che gli altri non sapranno mai capire.