06/03/2014 09:23
IL ROMANISTA (D. GALLI) - I dolori del giovane Pjanic. Dolori intimi, incertezze sul futuro, un contratto che balla tra due intenzioni ferme, quelle del giocatore e della Roma di rinnovarlo, e una terza che ferma lo è un po’ meno. Quella dei suoi "consiglieri", attratti dagli avvoltoi del mercato. Però ora c’è il Napoli, ora c’è la partita che a ottobre fece fare a Miralem l’ennesimo giro del mondo con quei gol da manuale del calcio, il pallonetto da fuori area e poi la punizione sotto al sette. Pjanic al quadrato. Vedi Napoli e poi ricordi.
Quella doppietta all’Olimpico annientò le resistenze avversarie, piegarono Benitez, la Roma passò all’incasso dell’ottava vittoria consecutiva. Altre due e poi il filotto terminò con quel pareggio artefatto di Torino. Accadrà dopo, però, perché al termine di quella giornata calcistica iniziata il venerdì con i 3 punti sul Napoli e conclusa la domenica con i 3 punti della Fiorentina sulla Juve, la Roma si porterà a +5 sui bianconeri. Fu il massimo vantaggio, che in un secondo momento sarà lentamente ma inesorabilmente rosicchiato dalla Vecchia Signora fino allo svantaggio massimo, oggi: -11, con Roma- Parma da recuperare. Servirebbe un contrappasso, il destino che ricambia il favore, la Roma che riprende a risalire la china proprio dal San Paolo e la Juve che inizia a scivolarla proprio dallo stadio di casa, contro quella Fiorentina che all’andata la disintegrò in una manciata di minuti.
Servirebbe il miglior Pjanic, servirebbe una prova da Giotto, la stessa d’ottobre quando pennellò sotto la traversa. Servirebbe a Miralem stesso, per dimostrare che certe pensieri sono lontani, che oggi c’è solo l’As Roma e domani chissà. La società non vuole pensare a un futuro senza Pjanic e Garcia in persona si è esposto. «La prossima notizia sarà il rinnovo», ha detto appena qualche giorno fa. Diciamo che è quello che vuole la Roma, ma a condizioni precise. Perché ci sono dei paletti, perché se la Roma accontentasse in tutto e per tutto Pjanic, poi sarebbe costretta a spendere buona parte del tesoretto Champions non per rafforzare la rosa, ma per rinnovare i contratti di mezzo spogliatoio. Sulle cifre siamo sul "si dice".
Si sa invece che le distanze non sono ancora vicinissime, va’ a sapere se poi dipenda più dal "quantum" dell’ingaggio o dai bonus legati agli obiettivi (che poi dipende da che bonus si parla). La faccenda di Parigi invece è stata una semplice leggerezza. Menez ha regalato i biglietti di Psg-Marsiglia a Benatia, e Benatia c’è andato con Pjanic, che poi s’è stupito/amareggiato per gli ovvii articoli della stampa il giorno dopo. Per Garcia è un intoccabile, è uno dei pochi attorno a cui gira tutto. Senza Totti - ieri il Capitano ha fatto fisioterapia, è in bilico tra non convocazione e panchina - al San Paolo toccherà al centrocampista bosniaco, tenuto a riposo ieri dal Ct Susic su richiesta della Roma, dettare i tempi all’orchestra. Dodò e Maicon sono recuperati completamente, Balzaretti quasi. De Rossi invece è aggrappato al reclamo contro i tre turni di squalifica per condotta violenta. Il ricorso sarà discusso domani dalla Corte Federale. Non possono esserci sconti, perché Daniele ha avuto il minimo. Se "cade" l’accusa, cade la squalifica e De Rossi sarà regolarmente in campo domenica. Improbabile. Ma chissà.