15/03/2014 09:27
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - E nel momento più brutto, ti ritrovi un Radja Nainggolan in più. E benedetta quella pace con Massimo Cellino, che ha permesso al centrocampista indonesiano di poter scegliere liberamente la Roma. Nove partite giocate,un gol decisivo, a Bologna, tra l’altro squadra contro la quale ha segnato il suo primo gol italiano. Un curriculum da gregario di lusso per il nuovo Gigi Di Biagio che non viene da Testaccio ma dal Belgio e ha sangue per metà indonesiano. Adesso Radja dovrà cambiare la versione di se stesso, ovvero trasformarsi nel pilastro del centrocampo. Dell’uomo con le chiavi in mano. Perché non c’è Strootman e non ci sarà fino all’inizio della prossima stagione; perché non c’è De Rossi, per altre due partite; perché vicino avrà Taddei, che ha anni 34, e Pjanic che farà il regista avanzato e lui gli dovrà guardare le spalle proprio come hanno sempre fatto De Rossi e Strootman. Un compito stimolante, non certo facile, sia in un 4-2-3-1 sia nel consolidato 4-3-3.
NINJA TUTTO FARE Nainggolan si ritrova addosso una bella responsabilità e, nel disastro, anche una grande chance. Il secondo posto con la Roma è l’obiettivo principale, a detta di tutti. Per soldi, per prestigio, per evitare noiosi preliminari e ritiri anticipati. E questo passa solo dalle prestazioni con la Roma. «La gente si aspetterà di più dame, io sto lavorando come sempre e mi metto a disposizione di Garcia. Abbiamo anche altri giocatori. Manca anche De Rossi ma nella Roma ci sono singoli importanti». Radja dixit a Roma channel. Sapendo in cuor suo di essere uno di quei giocatori, appunto, importanti. «Non pensavo di inserirmi così bene e in maniera così veloce. Io lavoro soprattutto per me stesso e poi metto tutto al servizio della squadra. A Roma ho trovato un gruppo unito, in cui andiamo tutti d’accordo e questo è l’atteggiamento che ci fa uscire dai momenti difficili».
IL BELGIO SNOBBA Se a Roma, e prima ancora a Cagliari, Nainggolan aveva mostrato di essere un calciatore di personalità, adatto al calcio italiano, fino al punto di essere appetito non solo dai giallorossi, in Belgio non viene considerato un granché. O meglio, il tecnico Marc Wilmots ha più volte definito Radja un «ruba palloni, non un calciatore di qualità». La sfida romana dell’ex Cagliari va anche in questa direzione: il Mondiale, un traguardo che Strootman ha perso. «Il Belgio ha una delle generazioni più forti di tutti i tempi nella nostra storia. Non ho molta considerazione in Belgio ma spero di riuscire ad andare al mondiale in Brasile». Ma prima, il tutto, passa dalla qualificazione in Champions dalla porta principale. La sconfitta di Napoli non aiuta, almeno per quel che riguarda il morale. «C’era una grande delusione. In campo abbiamo dimostrato di aver fatto un’ottima prestazione. Purtroppo nel calcio non sempre chi gioca bene vince. L’importante è anche divertirsi, non abbiamo preso i tre punti ma meritiamo la nostra classifica e alla fine abbiamo grandi possibilità di arrivare secondi. Perché ho scelto la Roma? Perché per due anni di seguito, qui, hanno dimostrato di puntare su di me. Mi ha fatto sentire importante. Penso di aver fatto la scelta giusta. Le prospettive sono buone, anche per gli anni che arriveranno. Qui c’è la voglia di investire, di costruire una grande squadra».