05/03/2014 09:12
CORSERA (L. VALDISERRI) - Da niente a tutto. Quasi un anno a guardare gli altri giocare e poi tre partite di fila in serie A e la convocazione in nazionale Under 21 per giocare, stasera, contro l’Irlanda del Nord.
E adesso, Alessio Romagnoli?
«Ora sta a me sfruttare questo momento. Devo cercare di giocare bene e convincere».
Il 3 marzo 2013, allenatore Andreazzoli, il suo primo gol in serie A, contro il Genoa. Poi solo panchina o tribuna fino al 16 febbraio 2014. Cosa era successo?
«L’allenatore di allora ha fatto altre scelte (Burdisso; ndr), non sta a me giudicarle. Garcia mi ha parlato e dato fiducia anche quando non giocavo. Mi diceva: vedrai che arriverà il tuo momento. Del resto, con la stagione eccezionale che hanno fatto Benatia e Castan, cosa potevo pretendere?».
Già, i migliori centrali del campionato. Così lei si è dovuto spostare fuori ruolo, da terzino. Come si trova?
«Non è il mio posto naturale ma non è nemmeno un problema. Il mister spiega e non ti fa mai mancare il suo appoggio».
Vale anche per il «desaparecido » Jedvaj?
«Certo, vale anche per Tin. Arriverà il suo momento».
Ma con Benatia e Castan non è meglio andare altrove?
«Guardando giocare Mehdi e leo e allenarsi, impari molte cose. Ma quello che conta di più è che sono persone altrettanto brave: danno consigli, ti fanno sentire parte del gruppo».
Hanno sempre parlato di lei come di un predestinato: è un peso difficile da portare?
«No, perché ho sempre ascoltato la mia famiglia, i dirigenti della Roma e il mister. Non ho cambiato gli amici che avevo, sono rimasto sempre lo stesso. L’importante è non cambiare abitudini e sentirsi arrivati. Non ho mai preteso di giocare a tutti i costi, cerco di imparare».
Ma l’anno prossimo?
«Penso al presente, giorno per giorno, lavorando duro. Mi piacerebbe restare a Roma, ma non è il momento di fare piani».
L’Under 21 è un premio o un punto di partenza?
«Un premio per quello che ho fatto, un punto di partenza per quello che devo ancora fare».
Da Icardi e Palacio agli sconosciuti irlandesi, c’è il rischio di perdere concentrazione?
«Sarebbe l’errore peggiore. Hanno fisico, sarà una battaglia. E all’Italia serve solo la vittoria».
Lo scudetto è ormai della Juventus?
«Fino a che non lo dice l’aritmetica, no».
Suo malgrado, perché il pugno l’ha preso da Juan Jesus e non l’ha dato, è entrato nella prova tv del giudice sportivo. È d’accordo o no con l’uso della moviola in campo?
«Mi lasci rispondere con una battuta: se è a nostro favore, sì; se è contro di noi, no. È un problema complesso, meglio che ne parli chi ha più esperienza di me».