Se c’è Totti c’è Roma

18/03/2014 08:40

GASPORT (R. PALOMBO) - Ritorna , dice 233, le sue reti in carriera in campionato, affonda l’Udinese e scaccia i cattivi pensieri cui si poteva essere indotti causa discusso epilogo di TorinoNapoli. L’aggancio al secondo posto in classifica, senza contare gli 82 minuti da disputare il 2 aprile col Parma, dura soltanto uno spicchio di partita. Alla mezzora la Roma è sul 20 e non sarà più ripresa anche se gol (Pinzi, e Basta dopo quelli di e ), occasioni ed emozioni si succederanno fino alla fine tenendo in bilico un match divertente e assai spettacolare. Al di là di quelli che una buona Udinese fa correre alla rimaneggiata Roma, il vero brivido che passa lungo la schiena è quello che accompagna l’uscita dal campo di , sostituito da , al minuto 27’ del secondo tempo. Una standing ovation memorabile, degno sigillo alla partita dei vecchietti, che regala un match nel match tra Di Natale e . Lo vince il secondo con due parate sensazionali. Non ci fosse stato lui, oltre a , la Roma questa partita non l’avrebbe portata a casa.

Roma ferita Il grave infortunio di toglie alla squadra chili e quantità. Taddei fa quel che può, ma non tiene i 90 minuti e il ritorno di , ancora squalificato sabato col Chievo, diventa un’assoluta necessità. Senza l’olandese e capitan futuro, senza il lungodegente Balzaretti e l’altro squalificato , è una Roma più che ferita, quella che si consola col ritorno di . L’altro, di ritorno, è quello di Dodò ma si rivelerà tanto per cambiare una mezza sciagura. È dalla sua parte che l’Udinese sarà sempre pericoloso.

Spettacolo e rischi schiera il , con Taddei e ben saldi di fronte alla linea difensiva, dando piena libertà ai quattro davanti, che partono in un modo (--Gervinho dietro a ) ma finiscono sempre in un altro. Guidolin non dispone di Gabriel Silva e Bruno Fernandes, ma prova a disarcionare la Roma lontano dalla propria area. La scelta tattica cade su un intrigante quanto rischioso 3-5-1-1 (che diventerà 3-5-2 quando nella ripresa l’impalpabile Muriel sostituirà l’esausto Pinzi), con Widmer e Basta laterali assai alti, tanto da restare sempre in linea con la cerniera di metà campo formata da Badu, Pinzi e Allan, mentre Pereyra svaria alle spalle di Di Natale. La mossa produce una evidente superiorità numerica in mezzo al campo, che l’Udinese riesce anche a sfruttare facendosi spesso viva dalle parti di e collezionando corner. Ma là dietro succede che Heurtaux e soprattutto Danilo e Domizzi, assai poco agili, finiscono col restare troppo esposti. Si ha presto l’impressione, mentre l’Udinese fa la sua bella figura, che se e decollano e la manovra offensiva della Roma prende velocità, non ce n’è per nessuno. La partita, con tanto reciproco coraggio (e incoscienza), ci guadagna e resterà tale fino alla fine.

Gol d’autore Alla mezzora il 20 è servito, anche se i due miracoli che compie su Badu e su Di Natale che gli dà il cinque arrivano subito dopo i gol di e e con un altro potrebbero significare 22. Sono due reti bellissime per costruzione e rapidità e dentro a entrambe, tanto per cambiare, c’è l’immortale . Nella prima circostanza quale ripulitore dell’azione Gervinho--Gervinho che costringe il giovane e assai interessante Scuffet, già bravo su e , alla smanacciata. è lì, e chirurgico piazza il nell’angolo. Il 20 è da manuale del contropiede e ricorda molto la Roma al completo e irresistibile d’inizio stagione, la palla riconquistata, il lancio millimetrico di , il lavoro finissimo di Gervinho e la diagonale di che può così scartare Scuffet e infilare a porta vuota. Una sinfonia. Nella ripresa il gol a freddo di Pinzi, dopo una palla persa a metà campo da , riporta in bilico il match. La Roma ha il fiato grosso e buon per i giallorossi che prima della rete di Basta in mischia che terrà tutto lo stadio sulle spine fino al fischio finale di Tagliavento, arriva il «gol della vita» di . Un sinistrone da fuori area da un tipo che davvero non ti aspetti. La Roma ringrazia.