20/04/2014 10:51
IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Stringe la mano a Vincenzo Montella al termine della partita, e festeggia in campo insieme ai suoi ragazzi che esultano in circolo, Rudi Garcia. Lo fa dando il cinque a tutti quelli che gli capitano a tiro e mostrando una volta di più la voglia e la determinazione che lo hanno contraddistinto per tutto l’anno. Festeggia la venticinquesima vittoria in campionato, l’ottava consecutiva, l’undicesima in diciassette trasferte, quella che vale anche il secondo posto e quindi la qualificazione aritmetica alla prossima Champions League, senza passare per il turno preliminare. E festeggia anche quegli 82 punti in classifica, record eguagliato per la squadra giallorossa, che aspetta solo di essere battuto, e se possibile surclassato, nelle quattro gare che restano da qui alla fine. E’ un Rudi Garcia che si presenta ai microfoni di stampa e televisioni con la grinta ma anche il sorriso di sempre. Venticinque punti in più rispetto alla scorsa stagione sono motivo di orgoglio.
«Quando vedo la mia rosa lavorare ogni giorno, so che ha della qualità sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello psicologico – spiega il tecnico. – E’ una squadra che ha dimostrato anche oggi di essere unita. E sono veramente felicissimo per i ragazzi, perché lo meritano. Stasera siamo sicuri di essere almeno secondi, e che possiamo ancora sognare il primo posto. Contro la Fiorentina è stato comunque difficile. Avevamo visto, pochi minuti prima, che la Juve aveva vinto, e quindi aver vinto è stato a maggior ragione importante». Di sicuro c’è che è difficile attaccare la Roma, come dimostra la miglior difesa vantata dalla squadra giallorossa. C’è un segreto? «L’atteggiamento di ognuno, visto che difendiamo in undici. Stasera abbiamo deciso nell’intervallo di aspettare la Fiorentina. E l’unica azione pericolosa è venuta da una punizione laterale che non c’era, perché era Cuadrado ad aver fatto fallo. Ed è solo così che Savic è andato vicino a pareggiare. E se siamo potuti andare meno in contropiede, soprattutto nel secondo tempo, è anche merito della Fiorentina». Mancano quattro partite alla fine e, a Champions blindata, si può cominciare a programmare. «Per il momento, dobbiamo preparare la gara contro il Milan, perché abbiamo ancora fame di vittorie. E se quello che abbiamo fatto finora è straordinario, sappiamo che può diventare eccezionale». Ciò non toglie che si sia proiettati sul prossimo anno, gli chiedono. L’obiettivo è ripetere questa stagione, sperando di non avere un avversario come la Juventus? «Abbiamo tutto il tempo per pensare a questo – risponde Garcia, che preferisce glissare sulla prossima stagione. – Oggi ci godiamo questa vittoria, sapendo che la squadra e l’allenatore hanno ancora voglia di prendere altri, ed è solo questo che conta stasera».
Una sosta, quella forzata a cui dovrà sottostare anche nei prossimi due turni Mattia Destro, che potrà influire sull’eventuale convocazione da parte di Prandelli? Tenuto conto che sarà decisivo proprio il match con la Juve. Basterà per convincere il ct? Mattia ha il rendimento più alto di tutta la serie A, avendo giocato meno di metà stagione. Non abbiamo previsto questa cosa, ma ora lui ha un programma da seguire prima di tornare a giocare contro la Juventus. Ci sono ancora due partite da giocare, ma anche stasera, senza alcuni giocatori importanti, la squadra ha saputo far bene. Dedico questa qualificazione a Kevin Strootman, perché sono felice che lui potrà giocarla con noi l’anno prossimo». Una squadra importante già a inizio stagione, la Roma, gli dicono, rifinita con l’acquisto di Nainggolan a gennaio. Merito anche della società, come ha detto il dg Baldissoni prima della partita? «Certamente. C’è stato un grande lavoro della società come dei giocatori, e di ogni persona che ha lavorato per la Roma quest’anno. Loro hanno fatto di tutto per mettere i giocatori nelle condizioni migliori. E la gioia dei giocatori è la mia felicità, sapendo che loro sono già concentrati sulla prossima partita ed è questo che mi piace di questo gruppo». Continuano a girare voci sull’interesse di tante società verso il tecnico, a cominciare da alcuni club transalpini. Tornerà a parlare francese il prossimo anno? «Ho già detto questa cosa – spiega Garcia, anche un po’ stizzito – e allora lo ribadisco, anche se non sarà l’ultima volta. Almeno, spero che lo sia per stasera. Dunque: sto benissimo a Roma, e non è il momento di parlare di casi individuali, compreso il mio, perché non abbiamo ancora finito la stagione». Il pensiero va sempre lì. C’è ancora tanta fame. E quattro giornate possono ancora dire qualcosa di importante.