17/04/2014 13:24
REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Calcio in affanno, in molti casi. In altri è in piena crisi: crescono i debiti, aumentano i ritardati pagamenti degli stipendi con conseguente penalizzazione in classifica e campionati (mezzi) "inquinati". Le big hanno le spalle ben coperte, anche se rispetto al resto d'Europa adesso segnano il passo. Ma dalla B alla Lega Pro ci sono tante situazioni di autentica difficoltà economica e chissà se basteranno le riforme dei campioni a risolverle. In Serie A il tempo della vacche grasse ormai è finito: i club, anche importanti, stanno tagliando dove è possibile tagliare. I mecenati del passato, che non badavano a spese, non ci sono più. La Juventus investe, anche se quest'anno dovrà chiudere in passivo: colpa dell'eliminazione dalla Champions League, che potrebbe essere in parte compensata da un successo nell'Europa League. Il Milan ha appena chiuso il bilancio del 2013 in rosso: 15,7 milioni di euro (peggioramento rispetto al 2012: -6,9). Ma il bilancio che si chiuderà il 31 dicembre di quest'anno sarà peggiore, e registrerà almeno una quarantina di milioni di debiti. Colpa dei mancati ricavi di Champions e delle plusvalenze. Berlusconi interverrà per sistemare il bilancio della sua creatura: ha già ottenuto 96 milioni di linee di credito. L'ad (sportivo) Adriano Galliani ha rassicurato comunque i tifosi: "Noi siamo assolutamente in linea con le norme Uefa (fair play finanziario, ndr): non so come faranno altre società italiane che hanno perso 100-200 milioni negli anni passati". Riferimento all'Inter: il club durante la gestione Moratti ha avuto passivi davvero pesanti e anche l'esercizio 2013-'14 chiuderà con un'altra perdita (-70-80 milioni). Che farà l'Uefa? Il deficit massimo per il biennio 2011-2013 è di 45 milioni. Ci sono tanti casi eclatanti come il Paris Saint Germain ma anche l'Inter potrebbe rischiare. Cosa? La gamma di sanzioni è vasta: stop del mercato internazionale, riduzione della rosa, penalizzazione, esclusione dalle Coppe europee. L'Inter, se si qualifica, non sarà di sicuro esclusa dalla Europa League del prossimo anno: ma potrebbe rischiare un eventuale stop del mercato? Ai primi di maggio si saprà quali club saranno deferite alla disciplinare. Oltre al Psg, che ha la situazione più pesante e intricata, anche il Manchester City è in ballo. Ma gli sceicchi, si sa, non hanno certo paura di Platini...
Napoli e Fiorentina, tornando al fronte italiano, sono due società virtuose: per il club di De Laurentiis nel 2013-'14 l'ottavo utile, per quello dei Della Valle probabile pareggio. Calano le perdite alla Roma e l'anno prossimo, con la Champions, il club di Pallotta potrebbe raggiungere il pareggio di bilancio (poi c'è il sogno stadio...). Il Parma ha ridotto il deficit con la cessione del brand, in leggero affanno anche l'Atalanta. In serie B e Lega Pro c'è una situazione non facile. Fra i cadetti il Bari è all'asta fallimentare, il Siena è in piena crisi (8 punti di penalizzazione per ritardati pagamenti: la speranza è nel futuro stadio e nella promozione in A), in difficoltà anche il Cesena, il Padova, la Reggina. E per chi retrocede sono sempre guai seri. In Lega Pro, dalla prossima stagione, via alla drastica riforma: da 90 club si scenderà a 60 (divisi in tre gironi). Ma chissà se basterà o sei in futuro si dovrà tagliare ancora. Comunque, Macalli, per necessità e anche convinzione, la sua riforma l'ha fatta. In A e B di riforma dei campionati se ne parla solo, abbastanza timidamente, ma sarà difficilissimo venirne a capo. Anche perché il consiglio federale, sull'argomento, conserva sempre una sorta di diritto di veto. Certo, una A a 18 e una B a 20 (meglio ancora a 18) potrebbero portare un po' di sollievo anche alle casse dei club: ma ci sono troppi problemi, almeno per ora, per attuare una vera, completa riforma del pianeta-calcio.