La Fiorentina scivola in casa, Nainggolan regala alla Roma secondo posto e Champions

20/04/2014 11:09

CORSERA (L. VALDISERRI) - A inizio stagione, ereditando da Aurelio Andreazzoli le ceneri di una Roma sconfitta dalla Lazio nella finale di Coppa Italia, fissò un obiettivo minimo: riportare la squadra in Europa. Il sottinteso era League. Ieri, battendo la (vittoria numero 25 del campionato e numero 11 in trasferta), la Roma si è aritmeticamente qualificata per i gironi di League. Il secondo posto non è più attaccabile dal . Un risultato straordinario, che deve dividere con una società che lo ha supportato e che, prossimamente, deve allungargli il contratto. Sarebbe un grave errore non dare continuità a questa guida tecnica, anche se il , Mauro , ci ha tenuto a sottolineare i meriti della «squadra invisibile», quella dei dirigenti: «Non bisogna credere all’uomo della provvidenza, questa Roma non nasce solo da Brunico. Un allenatore è importantissimo, ma questo allenatore ha anche beneficiato di giocatori importanti, della voglia di rivalsa e della forza di una società che sta facendo cose importanti. La Roma c’era prima e ci sarà anche dopo, indipendentemente da , che comunque vogliamo tenere a lungo». Discorso condivisibile. Ancor più nella parte finale.

La Roma, per mesi, ha tenuto in vita il campionato dominato da una pronta a battere qualsiasi record. Solo chi non capisce di pallone, chi è in malafede o chi è negativo per natura può recriminare perché ieri i bianconeri sono rimasti a +8 e hanno messo in cassaforte il terzo scudetto consecutivo, con un tempismo che servirà loro per provare a vincere anche l’Europa League. La Roma è all’inizio di un cammino importante. E lo sarà ancora di più se la piazza si toglierà di dosso una certa superficialità nei giudizi sui calciatori: il visto ieri, ad esempio, vale tre . -Roma, come era facile prevedere, è stata una partita piacevole. La Roma è andata in vantaggio con una straordinaria iniziativa di , che ha attirato su di sé tre avversari per poi smarcare : perfetto il tempo di inserimento del belga e il tocco in scivolata per anticipare Tomovic. aveva fatto altrettanto bene a inizio gara, quando aveva messo Gervinho solo davanti al per un tiro ancor più facile di quello di .

L’errore dell’ivoriano è sembrato incomprensibile solo a chi non conosce la sua straordinaria capacità di inventarsi gol dal nulla e sbagliarne altri che sembrano già fatti. La non è rimasta a guardare, schierata da Montella con un 4-3-1-2 (Ilicic trequartista), pronto a trasformarsi in in fase difensiva per portare un pressing alto sulla difesa romanista e non far partire l’azione con facilità da o . Un modulo studiato anche e soprattutto in previsione della finale di Coppa Italia (3 maggio, contro il ), in cui non avrà a disposizione lo squalificato Cuadrado ma conta di recuperare almeno uno tra Mario Gomez e Pepito Rossi, ieri nemmeno in panchina. L’insostenibile leggerezza dell’attacco è il particolare che ha fatto scontrare ancora una volta Vincenzo Montella con il suo passato: sulla panchina della ha perduto cinque partite su cinque contro la Roma. I tifosi viola hanno molto protestato per un fallo di mano di , nel finale del primo tempo, su punizione battuta da Ilicic dalla fascia destra. Un contatto che poteva essere fischiato come no. Il problema vero è che l’arbitro Mazzoleni, quello che in passato diede del «lamentino» a Montella, non era certo l’arbitro giusto per questa partita e lo ha confermato fischiando tanto ma spesso male. Al di là dell’episodio.