06/04/2014 11:47
CORSERA (L. VALDISERRI) - Dopo due mesi con il fardello della gara contro il Parma da recuperare sulle spalle — un rinvio che aveva dilatato ancor di più il distacco dalla Juventus — la Roma si trova nella situazione opposta. Passati da -14 a -8 in quattro giorni, i giallorossi hanno l’occasione, vincendo a Cagliari, di mettere per una notte più pressione sulla Juventus. Dormire a +5 sarebbe lo stesso un bel cuscino per Conte & Co, ma questo è il massimo che la Roma può ottenere. Ed è questo che Rudi Garcia ha chiesto ai suoi: «Faremo di tutto per accorciare momentaneamente lo scarto, poi vedremo. Dobbiamo fare il nostro dovere e poi aspettare. L’unica certezza è che, con sempre meno giornate, non abbiamo più il diritto di sbagliare».
All’andata finì 0-0, per i miracoli del portiere Avramov e per le assenze contemporanee di Totti e Gervinho. Il Cagliari ha buoni giocatori e ha un gioco. Cagliari è un campo difficile per la Roma, che non vince in Sardegna dal 1995, escluso lo 0-3 a tavolino della scorsa stagione, con la sfida di Cellino al Prefetto e al Questore, che fece litigare le due società. Il presidente del Cagliari se la prese soprattutto con Franco Baldini. Il trasferimento di Nainggolan a Roma ha sistemato il feeling. Garcia sa che riprendere la Juve è quasi impossibile, ma è anche sicuro del lavoro fatto: «Avevamo un obiettivo matematico, che era il ritorno in Europa. È già stato raggiunto, con tante partite ancora da giocare. È naturale, adesso, cambiare obiettivo: ci basta un punto per la Champions League, ma vogliamo la qualificazione diretta. Il primo posto non è nelle nostre mani, ma il secondo sì. Avevamo anche un altro obiettivo, che per me era altrettanto importante, se non di più: fare la felicità dei nostri tifosi. Quando vedo Taddei festeggiare con la curva Sud in quel modo, dopo il suo gol contro il Parma, penso che ci siamo riusciti. La classifica è una conseguenza».
E il futuro, soprattutto ora che si sa che nel suo contratto non ci sono opzioni e scadrà nel giugno 2015? «Se dico ai miei giocatori di stare tutti concentrati sulla partita e poi parlo di mercato, contratti e casi individuali, è come cadere in una trappola. Da inizio stagione abbiamo lavorato mano nella mano con Sabatini e lo faremo anche in futuro, sapendo che in un club l’aspetto economico viene per primo».
Alzare le aspettative, però, vuol dire tenere i migliori e rafforzare la rosa: «La scorsa estate avevamo bisogno di vendere, ma abbiamo costruito lo stesso una rosa competitiva per tornare in Europa. Cercheremo di fare le scelte giuste anche questa volta, ma sul mercato non esiste il 100% di successo». Detto in sintesi: tenere Pjanic, Benatia e Strootman; allargare la rosa con almeno tre acquisti, attingendo al tesoretto della Champions; far migliorare i giovani in rosa. A partire da Ljajic: «È come un diamante grezzo. Hazard, quando arrivò al Lilla, era lo stesso e quattro anni dopo era un giocatore differente. Può succedere anche ad Adem, ci stiamo già lavorando».