10/04/2014 12:19
CORSPORT - In 9 anni di Roma Taddei ha avuto molti allenatori, entrando nel cuore dei tifosi della Roma. Anche da 34enne, in questa stagione, è riuscito a ribalatare i pronostici e a ritagliarsi uno spazio nella strepitosa rosa di Rudi Garcia, facendosi trovare pronto dopo l'infortunio di Kevin Strootman. Il centrocampista giallorosso ha rilasciato un intervista al quotidiano sportivo in edicola questa mattina. Ecco uno stralcio della sua intervista:
Sta vivendo il momento più felice di questa fase della sua carriera. Cosa prova?
«Sto bene, sto avendo la mia opportunità in un ruolo che era scoperto, il tecnico mi ha dato fiducia, mi sono trovato subito bene. Penso di aver risposto positivamente alle sue aspettative».
Garcia le ha assegnato il nuovo ruolo sin dai primi giorni di ritiro
«Da subito, da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, mi ha detto che mi faceva giocare in quel ruolo».
Lei ha aspettato per mesi il suo turno. E' rimasto fuori a lungo, ma ha sempre continuato a lavorare con la massima concentrazione, senza mai un cedimento. Qual è il suo segreto?
«Ripenso sempre da dove sono partito, da dove ho cominciato quando sognavo di fare il calciatore professionista. (...) Se fossi stato più debole a livello psicologico forse non avrei trovato spazio, per giocare partite impegnative e importanti la concentrazione la trovi da solo, ma bisogna avere la testa a posto. E' stata importante la famiglia che mi ha sostenuto nei momenti difficili, quando non trovi quasi nessuno accanto a te (...)».
Quella sera, quella esultanza dopo il gol al Parma, la corsa verso la sud, stava per scavalcare la recinzione per abbracciare quei ragazzi. Cosa ha urlato verso di loro?
«Sono cose nostre, è stato un momento di grande emozione. Mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili, ho avuto la possibilità di contraccambiare. Ho urlato forza Roma, dai Roma, ho visto l'allegria nel volto di chi avevo davanti. E' stato straordinario, se rivedo le immagini mi vengono ancora i brividi».
Grazie alla sua esperienza si è calato con entusiasmo nel nuovo progetto
«Con l'allenatore ho un buon rapporto come ho avuto sempre con i tecnici che ho avuto. Ti ascolta, insegna. Mi ha insegnato tanto per aiutarmi a calarmi in questo nuovo ruolo, a 34 anni si può imparare ancora. Si può imparare tutti i giorni, basta avere la voglia e la consapevolezza del valore di chi hai davanti. Sai che quello che ti dice ha una logica. Ha dimostrato di avere tanta esperienza».
Garcia è un allenatore che insegna calcio?
«Assolutamente sì. E' un allenatore versatile, per lui non c'è un modo solo di giocare. Prepara bene le partite durante la settimana, ti spiega tutto su ogni avversario che affronti. Anche per questo la Roma quest'anno ha avuto successo».
E i traguardi per il presente quali sono?
«Pensare a finire bene questa stagione. Il nostro obiettivo era fare un campionato di vertice. Nessuno se lo aspettava e il merito dei dirigenti è stato quello di aver preso un grandissimo allenatore. Che ha trovato giocatori di grande livello e di grande disponibilità, pronti a imparare. La Roma sta vivendo una stagione ricca di soddisfazioni. Speriamo di continuare così fino alla fine».
I suoi traguardi, invece?
«Penso di poter essere ancora protagonista, ho la stessa voglia di quando ero bambino, ho ancora voglia di giocare, di stare in campo. Dobbiamo chiudere bene questa stagione e poi vedremo».
Presto dovrà parlare del suo futuro con la società. Giorni fa ha detto che non vuole essere un peso
«In questo momento non voglio neanche parlare di contratto, voglio pensare di finire bene questo campionato, dare il massimo come ho sempre fatto, poi si vedrà. (...) A breve questo club farà le cose in grande e si toglierà soddisfazioni importanti. A cominciare dallo stadio. Alla presentazione ci sono venuti i brividi a me e a tutti i miei compagni (...)».
Ha avuto anche la possibilità di andare via
«Non ho mai voluto lasciare la Roma sin dal primo giorno che sono arrivato. Avevo altre squadre, anche nove anni fa, ma sentivo che Roma era il posto dove sarei stato felice. E non mi ero sbagliato. Ho fatto una carriera degna con questa maglia e per me ancora non è finita».
Cosa si aspetta da queste ultime giornate di campionato?
«Non è finito, fino a quando la matematica non non ci condannerà noi ci crederemo. Affronteremo squadre importanti da qui alla fine. Speriamo che accada qualcosa di positivo per noi».
Ha accennato alla scelta fatta quando era al Siena. Roma e non Juve. Ha qualche rimpianto?
«Non mi pento di niente, ho scelto una società importante che mi ha dato tutto, che mi ha regalato emozioni uniche».
Con la Juve avrebbe vinto di più, con la Roma ha sfiorato due volte lo scudetto
«Non ho nessun rimpianto. Per come sono fatto io perdere una partita è sempre una grande delusione, vado in campo sempre pensando di vincere e regalare allegria ai miei tifosi. Alla Juve avrei potuto vincere di più, però quello che ho vinto a Roma non lo cambierei con nessun trofeo della Juve, con tutto il rispetto per la storia della società bianconera. Con questa squadra ho un rapporto unico».
Gli allenatori che hanno lasciato un'impronta nella sua carriera
«(...) Spalletti in Italia mi ha insegnato tanto. E Garcia mi ha dato questa nuova opportunità di scoprire un ruolo importante. Anche con lui sto imparando tanto».
Ci sono analogie tra Spalletti e Garcia?
«Oggi ci divertiamo come qualche anno fa. Con più maturità e con la consapevolezza di avere grandi doti tecniche e fisiche».
Che regalo si farebbe?
«Vorrei avere nove anni di meno, così ricomincerei daccapo la mia storia con la Roma. Voglio continuare. Non mi sono dato una scadenza. Giocherò fino a quando il fisico reggerà, poi mi toglierò le scarpe e saluterò tutti: "è stato un piacere"».
Mattia Destro è stato squalificato per quattro turni
«Spesso ci capita di essere puniti solo noi della Roma».