15/05/2014 10:26
IL ROMANISTA (V. META) - L’umore non può essere il massimo, ma passerà. Sognava un finale di stagione diverso, Alessandro Florenzi, anzi sperava che la stagione non finisse domenica a Marassi con un Genoa-Roma senza molto da dire. Sperava di dover rimandare le vacanze di almeno un mese e mezzo e pazienza se avrebbe significato non fermarsi da quasi un anno. «Ho reagito come un calciatore ambizioso - ha detto ieri dal Campus Bio- Medico, dov’è intervenuto al convegno "Agonismo e vita quotidiana" -. Vorrà dire che punterò ai prossimi due Mondiali». Insieme a quella di Gilardino, la sua è l’esclusione più clamorosa nella lista allargata dei trenta pre-convocati consegnata alla Fifa e, come per l’attaccante, non si può dire che fosse nell’aria. Anzi, le prestazione dell’ultimo scorcio di stagione e la chiamata per la sessione di test atletici di un mese fa a Coverciano facevano pensare che il ct non si sarebbe provato di un giocatore che non ha eguali in Italia (letteralmente, perché uno con la sua versatilità e la sua capacità di sperigliare in tre reparti, in tutta la Serie A non c’è). Invece insieme alla lista ufficiale è arrivata la doccia fredda: niente Brasile, già da lunedì prossimo Florenzi sarà libero di andarsene in vacanza.
Ci è rimasto male, Alessandro, e la sua innata sincerità non gli permette di fare finta che non sia così. Arrivato in fondo a una stagione di conferme, lui che era stato fra i pochi a salvarsi nella disastrosa stagione Zeman-Andreazzoli, sa di aver dimostrato che ormai la Serie A è casa sua. Con Garcia ha lasciato ormai stabilmente il ruolo di regista a centrocampo per spostarsi in attacco, dove i suoi movimenti senza palla hanno creato problemi a tutte le difese d’Italia. Avvicinarsi alla porta gli ha permesso di raddoppiare il suo bottino di reti (ne ha fatte sei contro le tre dello scorso anno) e fra le immagini di copertina con cui la stagione andrà in archivio non può mancare la rovesciata al Genoa che gli aveva fatto meritare i pubblici complimenti di Francesco Totti in persona.
In Brasile, fra le altre cose, contava di riformare l’ormai collaudata camera doppia con l’amico e coetaneo Mattia Destro. Dopo l’Under 21 e due stagioni in giallorosso, i due speravano di condividere pure il grande volo verso Rio. Desideri frustrati dalle scelte di Prandelli, che ha sì incluso Destro nella lista allargata (e il fatto che venga confermato anche nei definitivi ventitré non è affatto scontato), ma ha lasciato a casa Florenzi, ritenendo evidentemente che la sua Italia potesse fare a meno di un jolly in grado di risolvere praticamente qualsiasi problema tattico. Per Destro, chiaramente, la convocazione è stata accolta con entusiasmo e sollievo. «Sì è vero, sono stato un po’ in ansia e adesso sono molto contento di essere fra i trenta - ha detto in un’intervista alla Rai - L’infortunio è stato brutto perché mi ha costretto a stare fuori per tanto tempo, ma la consapevolezza nelle mie capacità è stata fondamentale e mi ha spinto a lavorare molto per conquistare la convocazione. L’autostima è importante, e io ho grande stima in me stesso e questa nei momenti difficili ti permette di ottenere dei grandi ». L’episodio di Cagliari rischiava di compromettere tutto, non tanto per il codice etico quanto per la squalifica che gli è costata un mese lontano dal campo: «Diciamo che avrei potuto dimostrare ancora di più quello che valgo, però quella decisione è stata presa quella decisione. Quello di Cagliari è un episodio come se ne vedono tanti durante una partita, un furore agonistico nell’andare a conquistare la palla per garantire alla squadra un successo. Un gesto vigliacco? Assolutamente no. Sono contrario alla moviola in campo, penso ci già siano abbastanza arbitri per giudicare». Passata la paura, meglio guardare al futuro: «Sarà un bellissimo Mondiale, spettacolare. La squadra è molto forte, è un bellissimo gruppo. Prandelli è un allenatore preparato, ha dimostrato le sue qualità. Se da piccolo litigavo con gli allenatori? Ma no, quella è stata solo una battuta. Diciamo che ho un carattere particolare, sono un introverso, sto un po’ sulle mie. Lo sono anche in campo, ma durante la partita ci metto tutto me stesso». Il prossimo obiettivo è restare fra i cinque attaccanti che andranno a Rio: «Sono molto contento per Rossi, è reduce da un periodo difficile e io so che cosa significa. C’è grande concorrenza, tutti gli attaccanti convocati hanno disputato un grande campionato. Ce la giocheremo a Coverciano». Chiusura su Garcia: «Ha avuto un grande impatto su di me, mi ha dato fiducia ed è stato importante. Ringraziamenti ne farò alla fine, ma al momento sento di dover dire grazie al mister e ai miei compagni».