04/05/2014 12:04
GASPORT (D. STOPPINI) - «Avevo parcheggiato con i miei amici, ero appena sceso dall’auto, non stavo facendo niente di male. Poi, all’improvviso, mi sono ritrovato in una pozza di sangue». Gennaro Fioretti, 32 anni, vive a Mugnano di Napoli. Ieri era venuto a Roma per la finale di Coppa Italia, si è ritrovato sdraiato su una barella dell’ospedale Santo Spirito. Mentre parla ha la faccia stanca, provata, ma neppure troppo impaurita. Eppure ha una pallottola conficcata in un braccio, all’altezza dell’omero, e l’altra mano ferita da un secondo proiettile. Gli hanno appena fatto un’ecografia, è in attesa di essere operato, tutto sommato gli è andata bene perché qualche centimetro più in là i colpi di pistola avrebbero sicuramente fatto danni maggiori.
Il racconto Gennaro è tifoso del Napoli. L’auto in cui viaggiava l’ha lasciata nel parcheggio di viale Tor di Quinto, prima dell’incrocio con la tangenziale. Pensava di andare a vedere una partita di calcio, si è ritrovato con due agenti della polizia a marcarlo stretto, a piantonarlo su ordine preciso arrivato dalla Questura. Non c’è nessuno in ospedale con Gennaro, neppure un parente. Gli amici che erano in auto con lui sono andati allo stadio o forse sono tornati a Napoli, di certo non lo hanno accompagnato. «Stavo andando all’Olimpico, ero in viale Tor di Quinto, in un gruppo di circa 30 tifosi del Napoli — prosegue il suo racconto —. Ho sentito alcuni botti, pensavo fossero petardi, non immaginavo fossero colpi di pistola. Mi sono visto insanguinato, a quel punto ho capito. Ma della dinamica non so cosa dire. Non so chi è stato a sparare, non ho capito neppure da dove provenissero i colpi. Ho visto solo tanto correre intorno a me. E tanto sangue».
A Gennaro è andata di lusso. Perché subito dopo i colpi ricevuti due agenti in borghese in servizio nei pressi dello stadio Olimpico l’hanno raccolto, caricato e portato direttamente all’ospedale. Ha perso molto sangue, come dimostrano i sedili posteriori dell’auto che l’ha trasportato al Santo Spirito. È arrivato in codice rosso, intorno alle 19. È rimasto per due ore abbondanti in attesa di essere operato, poi intorno alle 21.30 al Santo Spirito si è deciso il trasferimento in un altro ospedale, il Policlinico Gemelli. La dinamica è evidentemente tutta da chiarire. Ma certo agli agenti non sono sfuggiti due particolari: un folto gruppo di persone a volto coperto all’altezza della tangenziale, al momento dei colpi. E il numero degli spari: due, non uno, il che farebbe pensare a una situazione non casuale. «Sì, ho chiamato a casa, sanno tutto», dice Gennaro prima di sparire nell’ascensore. Poco più in là, le tv mandano in onda le immagini dell’Olimpico.